Cercare tra le onde di un mare blu profondo è come scansionare le nuvole che passano al vento

Un piccolo punto scuro, solitamente, è il premio: un falco lontano nell’osservare il cielo, un minuscolo Uccello delle tempeste o una berta invece nel guardare il mare. L’emozione è la stessa, l’attesa di trovare qualcosa di speciale. Ma l’abilità e la pazienza di cui hai bisogno, è ancor di più per l’osservazione in mare. Ore e ore, un giorno placido, aspettando da soli … solo tu, il tuo binocolo e il tuo telescopio, nient’altro.

Andrea Corso che fa seawatching con i suoi strumenti Leica a Capo Murro di Porco, Siracusa, uno dei migliori siti italiani per l’osservazione di uccelli marini e cetacei (foto di Verena Penna).
Andrea Corso che fa seawatching con i suoi strumenti Leica a Capo Murro di Porco, Siracusa, uno dei migliori siti italiani per l’osservazione di uccelli marini e cetacei (foto di Verena Penna).

Bene, se sei fortunato come lo sono io, talvolta al tuo fianco anche la tua compagna. Ma hai bisogno di un amore profondo per quelle lunghe attese silenti: l’odore del sale, della luce forte, della spuma dalle cime delle onde, del fragore della procella talvolta. E poi, qualcosa passa velocemente! Hai solo alcuni secondi, al massimo qualche minuto, per identificare l’uccello; tuttavia, le condizioni sono spesso difficili, impegnative, a volte quasi impossibili: si vede un’ala, poi la testa, che scompare dietro un’onda, poi, forse, le parti superiori o quelle inferiori …. È come un puzzle che deve essere completato in così poco tempo, quando il tuo cervello sta correndo proprio come le correnti marine di fronte a te.

Questo difficile compito non può essere realizzato senza gli strumenti PERFETTI, solo i migliori: i colori devono essere perfettamente corrispondenti, i dettagli fini sono fondamentali, la tonalità di grigio o nero o marrone deve essere rilevata senza errori … Ecco perché il mio LEICA NOCTIVID e il mio LEICA APO TELEVID sono le mie migliori “armi” per ottenere una corretta identificazione: è così che ho trovato la Berta minore fosca, il Petrello di Bulwer, il Gabbiano di Sabine, la Moretta codona, alcune berte grigie,  tutte vere rarità  nel Mare Nostrum (il Mediterraneo). Questo è il modo in cui ho dimostrato che l’Uccello delle tempeste è un migratore regolare al largo della Sicilia sud-orientale, così come il Gabbiano pontico, e quanto sia frequente il Gabbiano corso, ma anche come sia facile osservare dalla costa siciliana numerosi cetacei, come la Stenella striata, il Tursiope, la Focena e talvolta i rari Capodoglio e Balenottera comune, e come super bonus, rarissimamente la Pseudo orca.

Nelle due foto un 1° inverno di Gabbiano pontico (Larus cachinnans), sino a metà anni ’90 mai segnalato con certezza in Italia, dopo le prime segnalazioni personali oggi è considerate un migratopre regolare e svernante in tutta Italia. Si noti a confronto con un Gabbiano reale zampegialle (L.michahellis) nello stesso piumaggio/classe di età la testa bianchissima che “stacca” dal resto del corpo, la fronte schiacciata e il becco molto stretto e lungo e appuntito, la banda nera sulla coda e lungo l’ala molto netta e ben definita, il sottoala “marezzato” e chiaro, spesso più chiaro che in questo individuo (Andrea Corso).
Nelle due foto sopra e sotto un 1° inverno di Gabbiano pontico (Larus cachinnans), sino a metà anni ’90 mai segnalato con certezza in Italia, dopo le prime segnalazioni personali oggi è considerate un migratopre regolare e svernante in tutta Italia. Si noti a confronto con un Gabbiano reale zampegialle (L.michahellis) nello stesso piumaggio/classe di età la testa bianchissima che “stacca” dal resto del corpo, la fronte schiacciata e il becco molto stretto e lungo e appuntito, la banda nera sulla coda e lungo l’ala molto netta e ben definita, il sottoala “marezzato” e chiaro, spesso più chiaro che in questo individuo (Andrea Corso).

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Avevo undici anni quando ho iniziato a guardare il mare, con un vecchio, pesante binocolo che era persino difficile da tenere alzato, avevo 43 anni lo scorso agosto, il giorno del mio compleanno, quando ero con Verena Penna e nessun altro, in cima alla stessa scogliera, a guardare di nuovo, ancora una volta, lo stesso mare … aspettando sempre di più, sperando  di osservare nuovamente quello svelto frullio di ali, quello scorrere veloce sulla superficie, quello svanire nel profondo blu.

Altre bellissime foto di Andrea.

Adulto e 1° inverno di Gabbiano coralline, una tipica specie di laride osservabile durante le migrazioni (sia pre che post-riproduttiva) lungo le coste italiane. In Sicilia, alcuni giorni di Marzo, è possibile contarne sino a oltre 20.000 (Andrea Corso).
Adulto e 1° inverno di Gabbiano coralline, una tipica specie di laride osservabile durante le migrazioni (sia pre che post-riproduttiva) lungo le coste italiane. In Sicilia, alcuni giorni di Marzo, è possibile contarne sino a oltre 20.000 (Andrea Corso).
Attenti alle illusioni ottiche mentre si fa sea-watching !! Qui una Sula sembra minuscola rispetto al Gabbiano comune di sfondo… solo con i migliori strumenti ottici a disposizione, come quelli LEICA, ed un continuo studio degli uccelli, riusciremo ad identificare al meglio le specie osservate (foto Andrea Corso).
Attenti alle illusioni ottiche mentre si fa sea-watching !! Qui una Sula sembra minuscola rispetto al Gabbiano comune di sfondo… solo con i migliori strumenti ottici a disposizione, come quelli LEICA, ed un continuo studio degli uccelli, riusciremo ad identificare al meglio le specie osservate (foto Andrea Corso).
Andrea Corso che fa seawatching con i suoi strumenti Leica a Capo Murro di Porco, Siracusa, uno dei migliori siti italiani per l’osservazione di uccelli marini e cetacei (foto di Verena Penna).
Andrea Corso che fa seawatching con i suoi strumenti Leica a Capo Murro di Porco, Siracusa, uno dei migliori siti italiani per l’osservazione di uccelli marini e cetacei (foto di Verena Penna).
Una Berta maggiore mediterranea (Calonectris diomedea). Questa specie è sub-endemica del Mar Mediterraneo (piccole colonie sono state infatti trovate anche lungo la costa atlantica francese e spagnola) ed è stata di recente separate dalla specie sorella Berta maggiore atlantica (C.borealis). per l’identificazione, si osservi subito la punta dell’ala (la “mano”) nel sottoala - nella mediterranea sono presenti delle “intrusioni”, o “lingue” chiare lungo il vessilo delle primarie esterne scure, nell’atlantica la punta dell’ala è tutta omogeneamente scura (foto Alberto Cosso)
Una Berta maggiore mediterranea (Calonectris diomedea). Questa specie è sub-endemica del Mar Mediterraneo (piccole colonie sono state infatti trovate anche lungo la costa atlantica francese e spagnola) ed è stata di recente separate dalla specie sorella Berta maggiore atlantica (C.borealis). per l’identificazione, si osservi subito la punta dell’ala (la “mano”) nel sottoala – nella mediterranea sono presenti delle “intrusioni”, o “lingue” chiare lungo il vessilo delle primarie esterne scure, nell’atlantica la punta dell’ala è tutta omogeneamente scura (foto Alberto Cosso)

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