UN FANTASMA EVANESCENTE

Lanario Leica Natura Andrea Corso falco biarmicus feldeggii
Foto di ANGELO NARDO, Falco biarmicus feldeggii, Sicilia meridionale.

L’estate sembra arrivare a grandi passi, e l’aria è tremolante per l’arsura nonostante lungi ancora dal presentarsi è il giugno assolato. Sono seduto all’ombra di un ulivo nodoso, secoli di storia si diramano tra le sue fronde, regalandomi il dono più prezioso: l’ombra.  Si sente il pigro alienante dlon-dlon dei campanacci delle mucche al pascolo, cercano quel poco di erba rimasta, dopo un inverno di tremenda siccità. Sotto un muro diroccato di un’antica Masseria siciliana, si raggrumano in un intreccio di lana terrosa indolenti pecore smagrite, assopite. Un cicaleggio di cicale frinisce nell’aria perdendosi nel suo riverbero. I cardi ormai secchi, oscillano spinose corone al vento, il capo ondeggiante lieve, mentre farfalle e cerambicidi agognano nettari residui. 

Stiamo aspettando speranzosi un evanescente fantasma, un guizzo bianco-ceruleo che piano piano, come dissolvendosi al caldo tremulo, sta scomparendo sempre più velocemente: il Lanario Falco biarmcius feldeggii, il più raro dei rapaci paleartici, uno degli uccelli più rari e a rischio in Europa.

Improvvisamente, flottiglie di piccioni sembrano esplodere tra le urla stolide e funeree di cornacchie grigie impazzite, portati vie come foglie negli afflati di scirocco; piomba come ghigliottina sul patibolo una femmina adulta di Lanario, mentre il maschio ghermisce in una morsa inesorabile il malcapitato rimasto indietro. In un battibaleno, il destino si è compiuto, il cielo ha reso il suo tributo di sangue e piume, il becco e gli artigli del falco sono serrati sulla morente preda.

Un dono nuziale per la sua femmina. 

Ed infatti lei arriva, e al volo accetta quel corpo ancora caldo dell’inerme piccione. Si posa su di un palo rugoso di cinta prima, a pochi metri il maschio la sorveglia ansioso. Arrivano gli squadroni neri in bigio gilèt, le cornacchie grigie, sempre insolenti e moleste. Volano su di un traliccio, dove mentre la femmina si nutre, il maschio guardingo sorveglia quello scrigno prezioso di uova, una blanda speranza per un nero futuro. Tremano come gli ultimi fremiti vitali della preda, i nostri cuori, emozionati dallo spettacolo magico, piroette circensi di creature alate ormai sempre più difficili da osservare.

Attraverso le cristalline lenti del nostro Leica Noctivid 10×42 e del cannocchiale Apo-Televid 82, osserviamo i due lanari, chiedendoci per quanto ancora potremo godere di un simile privilegio. E’ per questo che uso gli strumenti Leica, perché possa avere la sensazione di essere li con loro, di poterli quasi sfiorare, di conservarne per sempre l’essenza.

Ogni singola piuma smossa dal vento, ogni movimento del capo coronato di castano, ogni palpitare di ali, in volo contro il cielo o i lontani campi arati da sfondo. Cerchiamo di fissare nella memoria i riflessi ghiaccio-ceruleo del piumaggio freschissimo delle parti superiori, il bianco del petto del maschio, le barrature scure, i sottoala marezzato di scuro al centro, la silhouette dalle lunghe ali rialzate dal carpo verso la punta. In futuro, potremo  non essere altrettanto fortunati, in un futuro non troppo lontano poi. Abbiamo girato io e Angelo Scuderi in dieci giorni 15 siti noti, e solo due coppie abbiamo ritrovato al loro posto.

Uno stillicidio che si ripete ogni anno. 

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Foto di ANGELO NARDO, Falco biarmicus feldeggii, Sicilia meridionale.

Un lento declino verso l’oblio eterno, verso l’estinzione. Non solo i nostri figli, ma noi stessi potremmo assistere alla  scomparsa del Lanario da questo meraviglioso, piccolo, solitario pianeta sperduto nell’universo infinito. 

IDENTIFICAZIONE, TASSONOMIA E DISTRIBUZIONE

Il più grosso e con “disegni” scuri più estensivi di tutte le sottospecie, il Lanario europeo (Falco biarmicus feldeggii) sembra più un Girfalco (Falco rusticolus)  per struttura, dimensioni e impressione generale che non un Falco pellegrino (Falco peregrinus peregrinus e F.p.brookei); nel suo areale di distribuzione però va distinto da quest’ultimo e dal Falco sacro (Falco cherrug). Si consiglia la lettura di Corso (2000,2001), Corso et al. (2017) e Leonardi (2015). 

Maschio adulto (a sinistra) e femmina adulta (destra): si noti la maggiore estensione e ampiezza del disegno scuro sulle parti inferiori della femmina. Disegno di Lorenzo Starnini 

SI RICONOSCE PER:

Sempre per jizz (impressione generale, struttura e forma) con ali più lunghe e ampie, coda stretta alla base ma più ampia nell’area distale, corporatura massiccia. In volteggio tiene la “mano” (le primarie”) rialzata verso l’alto, mentre in scivolata ha le ali piatte o appena rialzate; il Falco pellegrino in volteggio tiene le ali piatte, e appena arcuate in scivolata. Il Sacro ha un jizz molto simile, e difficilmente distinguibile in generale, sebbene appare in media più corpulento e pesante, più massiccio. 

ADULTI : più bianchi sotto del Falco pellegrino, con barrature scure più circoscritte ai fianchi, sottoala molto bianco con una fascia scura più (femmina) o meno (maschio) ampia che lo attraversa diagonalmente (lungo le grandi copritrici). Parti superiori più grigio-cerulee del Falco pellegrino mediterraneo, simili al Falco pellegrino nordico, sebbene quando abrase queste appaiano più scure, principalmente nella femmina e soprattutto sulle “spalle”, scapolari, mantello e collo. Se osservati a distanza non troppo elevata, immediatamente riconoscibile dal baffo molto stretto e dalla nuca e sopracciglio rosso-ruggine. Alcuni Sacri adulti, soprattutto di popolazioni orientali, sono molto simili ma di norma più foschi e omogenei sopra, con barrature più rossicce o ruggine  (non grigio-cenere ceruleo come nel feldeggii), e con fianchi e/o calzari più scuri, a gocce scure e meno barrati.

Maschio e femmina di lanario a confronto. Il Maschio (sotto) adulto di Lanario Falco biarmicus feldeggii ha di norma tutti i disegni scuri meno ampi, meno estesi che nella femmina adulta (sopra), risultando quindi più chiaro, più brillante nei colori, più “pulito”, più grigio-cenere ceruleo, con toni più accesi anche sulla nuca e vertice. Disegni di Lorenzo Starnini 
Maschio e femmina di lanario a confronto. Il Maschio (sotto) adulto di Lanario Falco biarmicus feldeggii ha di norma tutti i disegni scuri meno ampi, meno estesi che nella femmina adulta (sopra), risultando quindi più chiaro, più brillante nei colori, più “pulito”, più grigio-cenere ceruleo, con toni più accesi anche sulla nuca e vertice. Disegni di Lorenzo Starnini 

GIOVANI: distinti in volo dal Falco pellegrino per il sottoala bicolore, con le copritrici scure che contrastano visibilmente con le remiganti più chiare, petto marcatamente striato grossolanamente di scuro che contrasta parecchio con calzari e sottocoda chiari, in genere color ocra o bianco sporco-paglerino. Da posato, anche il più simile dei giovani falchi pellegrini (ssp. calidus) con baffo stretto e nuca-vertice “biondi”, mostra sempre qualche barratura sui fianchi e sulle piume sottocaudali, là dove il Lanario ha solo strie longitudinali scure o piume omogenee, prive di disegni scuri a barra o ancora o freccia come nel Pellegrino. Il Sacro juv è estremamente simile ma ha in media parti superiori più rossicce, nel sottoala più scuro spicca la base della “mano” (base primarie esterne) più chiara e contrastante, fianchi e  calzari più scuri, piedi più grigio-azzurro e più a ungo (per un breve periodo dopo l’involo alcuni lanari possono mostrare i piedi azzurrastri o grigiastri, ma diventano presto giallo ocra). 

STATUS IN ITALIA

Massa et al. (1991) Gustin et al. (2002) stimavano la popolazione nidificante italiana di Lanario a circa 170–200+ coppie (di cui 80–90 per Sicilia).  Andreotti & Leonardi (2007) e Andreotti et al. (2008) aggiornato la cifra a 140-172 coppie (70–80 per la Sicilia) (Fig.1, Tab.1). Leonardi (2015) ripete la stessa cifra di 140–172 coppie mentre il numero fornito da Allavena et al. (2015) in un’ampia revisione regione per regione fornisce una stima inferiore di 123-152 coppie (65 in Sicilia) (Tab.1). Corso (2018), nella più aggiornata e circostanziata revisione della distribuzione e status del Lanario nel Paleartico occidentale riporta 60-80 coppie, massimo poco più di 100 (30-50 in Sicilia) (Tab.1).

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binocolo ornitologo
Fig. 1: Le due figura sopra a confronto mostrano la popolazione complessiva di Lanario Falco biarmicus feldeggii in Italia e areali approssimativi di diffusione nel  periodo anni ’90 del XX secolo e nel 2015. Si noti la contrazione dell’areale e la visibile diminuzione del numero totale di coppie nidificanti  (varie fonti; vari autori; Corso, 2018). NB: l’estensione degli areali, in verde, è solo approssimativa e serve meramente a rendere l’idea di quanto la popolazione si sia frammentata. 1990 +200 coppie | 2015 130-150 coppie

Da studi del GTR (Gruppo Tutela Rapaci) e osservazioni personali, il numero di coppie è andato ulteriormente diminuendo sino a 45-73 nel 2018-2019 (Fig.2), e solamente 27-44 coppie riproduttive (un numero maggiore di territori occupati, ma senza evidenze di riproduzione) rimaste nel 2022-2023 (Fig.3).

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Fig. 2:  Popolazione complessiva di Lanario Falco biarmicus feldeggii in Italia e areali approssimativi di diffusione nel  periodo 2018-2019. Si noti la vistosa contrazione di areale di distribuzione e del numero complessivo di coppie riproduttive (45-73) rispetto alle 130-150 stimate al 2015 (varie fonti; vari autori; Corso, 2018).
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Durante un recente ulteriore studio sono stati invece controllati 240 siti storici, dei quali 36 (15%) sono risultati occupati. Il 66,66% occupati da 24 coppie (di cui il 62,5% ha portato all’involo dei pulli), Il 33,37% (12) invece da singoli individui territoriali. I rimanenti siti erano invece occupati dal Falco pellegrino e/o Corvo imperiale (55,88%), non occupati (36,28%) oppure occupati da altre specie rupicole (7,84%). Solo un quarto dei siti occupati si trovava all’interno di aree protette e solo la metà all’interno di siti di importanza unionale (ZPS o ZSC) (De Santis, et al. 2023). 

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STATUS IN EUROPA E PALEARTICO OCCIDENTALE

Stimata in 250-500 coppie, la popolazione mondiale di Lanario ssp. feldeggii nei primi anni ’00 del XXI secolo e ancora  intorno alle 400-460+ nel 2015 (es Leonardi, 2015). Corso (2018), ritiene però che queste stime siano viziate da numerosi errori di determinazione e metodo, soprattutto per la popolazione della Turchia, sovrastime reiterate senza verifica da tutta la bibliografia precedente: aggiorna quindi il numero complessivo in 120-172 coppie riproduttive totali (e non più di 257 territori occupati noti) (Tab1). Il numero di coppie sembrerebbe ulteriormente diminuito drammaticamente a 100-121 nel 2023 (max. 166+), seppure manchino studi mirati e più approfonditi ad esempio per l’Azerbaigian (Tab.2).

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Incredibilmente, la BirdLife International, nella sua ultima revisione della Lista Rossa, lo riporta come LC (Least Concern), ossia a “preoccupazione minima”; ciò è dovuto, per quanto riguarda la ssp. feldeggii (di nostro interesse in questa nota), al continuo riportare un’assurda sovrastima di 200-500 coppie dalla Turchia (basata su dati dei primi del ‘900 del XX secolo dimostrato essere erronei) e ad una stima di 50-100 coppie per l’Azerbaigian, basata su non si sa quali dati e da che fonte (e completamente contraria a numerose osservazioni recenti che riportano solo occasionali osservazioni della specie negli ultimi 10 anni da parte di tutti i birdwatchers che visitano questa nazione). Per le categorie di rischio inoltre, sfortunatamente la BirdLife prende in considerazione l’intera popolazione mondiale di una specie e non i singoli taxa, e quindi le diverse sottospecie riconosciute. Queste andrebbero invece considerate a parte se non altro quelle più distintive e separate sia morfologicamente che geneticamente come la ssp. feldeggii (Attili, et al. 2023).  

CAUSE DEL DECLINO

Non esiste una singola causa di declino (come molti ornitologi si affannano a cercare) ma una serie di concause di impatto e quindi di declino, tutte sinergiche e concatenate tra loro, che contribuiscono, ogn’una ovviamente in varia misura, a causare una contrazione degli areali riproduttivi e del numero di coppie di Lanario, tanto in Europa quanto in Nord Africa e Medio Oriente ed oltre. 

Si discute da lungo tempo (troppo, essendoci di fatto più un’infinita discussione che azioni concrete) su quale siano le cause, dalla falconeria illegale e perdita di habitat (es Grubač & Velevski, 2010, Di Vittorio et al. 2015, 2017, Corso, 2018, De Rosa et al. 2017) passando per i cambiamenti climatici, uso di pesticidi e glifosato, infezioni batteriche e virali (es Leonardi, 2015, Sarà et al. 2022). In generale le varia cause di declino possono riassumersi come segue: 1) Falconeria illegale; 2) Perdita di Habitat (uso  e consumo eccessivo del suolo, agricoltura intensiva, distruzione degli habitat steppici, campi fotovoltaici, campi eolici, ecc); 3) Cambiamenti climatici (soprattutto temperature medie e piovosità in Febbraio-Marzo); 4) Disturbo antropico diretto (es arrampicata, fotografia); 5) Impianti eolici (impatto contro le pale, distruzione habitat, disturbo ecc); 5) Uso di glifosato, pesticidi ecc; 6) Parassitosi (es clamidia, soprattutto nei giovani) e virus (influenza aviaria – sia sulle prede che sui falchi); 7) probabile competizione col Falco pellegrino; 8) disgregazione delle popolazioni; 9) contrazione naturale di specie all’apice dell’evoluzione. 

PROSPETTIVE FUTURE 

Con una continua diminuzione di coppie riproduttive, qualunque siano le cause, ridotte ormai ad un numero seriamente preoccupante, è evidente che il futuro di questa meravigliosa specie appare davvero scuro e il suo destino praticamente segnato. 

Certamente si tratta del taxon più a rischio estinzione di tutta l’avifauna paleartica. 

Tutte le associazioni protezionistiche si dovrebbero impegnare, e fare fronte comune, affinché si faccia di tutto per arginare quante più cause possibili di impatto negativo e declino, se non altro quelle di origine umana. Per far ciò peraltro, la BirdLife International e la IUCN dovrebbero senz’altro cambiare lo status del Lanario da Least Concern a Critically Endangered. La specie infatti, soffre non solo in Eurasia, ma certamente anche in Nord Africa e in parte in centro-sud Africa (Corso, 2018). 

RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare Angelo Scuderi e Andrea Ciaccio, per tutte le osservazioni sul campo insieme, per avermi mostrato diverse coppie riproduttrici  di questo maestoso rapace, per il bellissimo tempo trascorso sul campo. Ringrazio come sempre LEICA per gli imbattibili strumenti ottici che mi sono stati forniti per il lavoro sul campo. Si ringraziano anche Massimiliano Di Vittorio ed un lungo elenco di altri ornitologi e birdwatcher italiani per i loro dati, aiuto ecc.

Questa nota è dedicata alla memoria di mio padre Filippo Corso, l’essere umano più generoso, più altruista, più dolce che si possa avere la fortuna di incontrare e conoscere, la mia guida, il mio faro e la mia luce. Papà, ti amerò per sempre.

Breve compendio di bibliografia suggerita 

Allavena S., Andreotti A., Corsetti L. & Sigismondi A., (Eds.), 2015. Il Lanario in Italia: problemi e prospettive.

Atti del convegno, Marsico Nuovo, 29/30 novembre 2014. Special issue of Edizioni Belvedere, Latina, Le Scienze, 72 pp.

Attili L, Garofalo L, Puddu G, Tirone G, Pizzarelli A, Barbara N, et al. 2023. Geneticdistinctiveness of an endangered falcon: Implications for conservation in Europe. PLoS ONE 18(12): e0295424. https://doi.org/10.1371/journal.

pone.0295424

BirdLife International, 2024.  Species factsheet: Falco biarmicus. Downloaded from https://datazone.birdlife.org/species/factsheet/lanner-falcon-falco-biarmicus on 15/02/2024.
Recommended citation for factsheets for more than one species: BirdLife International (2024) IUCN Red List for birds. Downloaded from https://datazone.birdlife.org on 15/02/2024.

Brunelli M. & Sarrocco S., 2017. Evoluzione delle popolazioni di Lanario Falco biarmicus e Falco Pellegrino Falco peregrinus nidificanti nel Lazio. Fasano S.G. & Rubolini D. (Eds.), Riassunti del XIX CIO, Torino. Tichodroma, 6: 25–26.

Corso A., 2000. Identification of European Lanner. Birding World, 13: 200–213.

Corso A., 2001. Biologie, Verbreitung und Bestimmung des Lannerfalken Falco biarmicus in Europa. Limicola,

15: 1–41.

Corso A., 2013. Il Lanario Falco biarmicus feldeggii nel Parco Nazionale della Majella, Abruzzo. Resoconto per la redazione del Piano di gestione dei Siti Rete Natura 2000, ai sensi del programma di sviluppo rurale 2007/2013 – misura 323. Intervento al sottointervento a1.b. Punto A del Bando: Attività su Falco biarmicusAquila chrysaetosPyrrhocorax pyrrhocoraxFalco peregrinus.

Corso A., Viganò M. & Starnini L., 2017. Sexing Lanner Falcon in the field. Dutch Birding, 39: 308–322.

Corso A., 2018. Updated status of European Lanner Falcon, Falco biarmicus feldeggii (Schlegel, 1843) (Aves Falconiformes): a taxon on the verge of extinction, with brief comments on the North African Lanner, F. biarmicus erlangeri (Kleinschimdt, 1901). Biodiversity Journal  9: 35–44.

De Lisio L., Corso A., Carafa M. & De Rosa D., 2015. Trend della popolazione nidificante di Lanario Falco

biarmicus feldeggii e Pellegrino Falco peregrinus brookei in Molise e dati sulle interazioni interspecifiche. In: Tinarelli R., Andreotti A., Baccetti N., Melega L., Roscelli F., Serra L. & Zenatello M. (Eds.),  Atti XVI Convegno Italiano di Ornitologia. Cervia (RA), 22-25 settembre 2011. Scritti, Studi e Ricerche di Storia Naturale della Repubblica di San Marino, 345–347.

De Rosa D., Di Febbraro M., De Lisio L., De Sanctis A. & Loy A., 2017. Il declino del Lanario Falco biarmicus feldeggii in Italia centro-meridionale: competizione o perdita di habitat? Fasano S.G. & Rubolini D. (Eds.), Riassunti del XIX CIO, Torino. Tichodroma, 6: 25.

Di Vittorio M.D., Ciaccio A., Grenci S. & Luiselli L., 2015. Ecological Modelling of the distribution of the Lanner Falcon Falco biarmicus feldeggii in Sicily at two Spatial Scales. Ardeola, 62: 81–94.

Di Vittorio M., Di Trapani E., Cacopardi S., Rannisi G., Falci A., Ciaccio A., Sarto A., Merlino S., Zafarana M., Grenci G., Salvo M., Lo Valvo, Scuderi A., Murabito L., La Grua G., Cortone G., Patti N., Luiselli L. & López-López P., 2017. Population size and breeding performance of the Lanner Falcon Falco biarmicus in Sicily: conservation implications. Bird Study, 64: 339–343.

Grubač B. & Velevski M., 2010. The Lanner Falcon Falco biarmicus in Macedonia. Falco, 35: 9–11.

Leonardi G., 2015. The Lanner falcon. Privately published.

Pezzo F., Chiancianesi G., Cutini S., Fabbrizzi F., Grilli G., Nardi R. & Paesani G., 2016. Rapporto sullo status del Lanario Falco biarmicus feldeggii in Toscana 2014–2016. Picus, 42: 132–136.

Sarà M., Mascara R., Nardo A. & Zanca L., 2022. Climate effects on breeding phenology of Peregrine and Lanner Falcons in the Mediterranean. Ardea 110 (3): 1-18.  doi:10.5253/arde.2022.a2

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