L’abbiamo sognato un po’ tutti, noi di quegli anni, di poter avere le stesse capacità dell’alieno del film Predator. Ricordate? Riusciva a vedere “Arnoldino” (Schwarzenegger ndr) anche la notte, perché aveva una termocamera, cioè un sistema che mostrava i corpi caldi anche nella più buia delle foreste di notte.
Al tempo, tra gli anni 80-90, erano cose ancora fantascientifiche, o meglio, solo militari visto quello che costavano e quanto erano ingombranti.
Passano gli anni, neanche troppi dopotutto, e mi trovo sul terrazzo di un hotel a Pont, in Valsavarenche, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, in piena notte.
Nella mia mano un oggetto delle dimensioni di un cetriolo grasso che alzo e punto verso l’oscurità portandolo ad un occhio.
Al tempo di Predator, chi mi avesse visto fare una cosa così, avrebbe pensato “sto deficiente crede di guardare di notte col cannocchiale verso il bosco innevato e pensa di vedere qualcosa”. Ma ora è possibile.
In mano ho uno degli ultimi “salti tecnologici” che sono stati sfornati nella famiglia delle termocamere: un Leica Calonox View.
In quel momento sto guardando ed al contempo registrando una piccola meraviglia naturalistica: due volpi rosse (Vulpes vulpes) giocano e litigano nella neve. E’ emozionante sentire i loro bassi latrati senza vedere che oscurità a occhio nudo e poi guardare dentro a quel piccolo gioiello tecnologico e poterle anche osservare.
Ne seguo per un po’ i movimenti, riesco a vedere il muso, i peli pure! La mia Elena mi raggiunge sul terrazzo al freddo e allora collego il cellulare al Calonox e in diretta anche lei vede le volpi e segue con me le loro scaramucce innocue.
Ho impostato la visualizzazione in modo che ciò che è “più caldo” risulti nero mentre ciò che è freddo risulti bianco. Preferisco questa visualizzazione perché la neve, che ovviamente è freddina, rimane bianca.
E’ bellissimo vedere anche altri dettagli della natura, che mi fanno capire come molti esseri viventi possano sopravvivere anche negli inverni più duri.
Non è “tutto bianco eccetto le volpi” infatti. La capacità di risolvere i gradienti di temperatura della termocamera mi fa osservare che anche i rami, e soprattutto le chiome o le parti in basso dei tronchi siano in realtà diversi gradi sopra la temperatura della neve.
Ecco i ripari della natura più piccola, come gli scoiattoli.
Il suolo, così come il legno degli alberi, non è a 0 °C, quindi può salvare la vita a molti piccoli animali che vi trovano riparo durante le notti più rigide.
ANCHE DURANTE IL GIORNO sono riuscito a fare diverse osservazioni di animali altrimenti difficili da scorgere nel fitto della vegetazione, soprattutto laddove il sole non batteva ancora forte e c’era ancora molta differenza tra il calore di un corpo vivente rispetto a tronchi, rocce e rami, integrando poi in quel caso l’osservazione con il mio binocolo Ultravid 8×32 HD oppure scattando una fotografia con la mia macchina fotografica.
Dopo questo breve periodo di prova mi sono convinto ancora di più di come le termocamere di ultima generazione come il Calonox View siano uno strumento davvero potentissimo per aiutare naturalisti e fotografi nell’osservazione di animali durante la notte, magari per raccogliere dati sul comportamento in situazioni altrimenti impossibili da osservare.
Il biowatching è un infinito mondo di stupore e meraviglia già durante le ore di luce, figuriamoci la notte quando tutto tace e tutto sembra invisibile.
Mi immagino di potere usare questi occhi speciali nella notte africana, spesso molto più attiva del caldo giorno, dove si possono osservare tantissime interazioni tra prede e predatori senza disturbarli con torce potenti. O girare anche solo nelle nostre campagne, scorgendo finalmente un tasso a spasso o una famigliola di istrici mentre mangiano qualche radice. O ancora percorrere qualche lungo-torrente del Sud Italia e osservare nell’acqua il corpo “non così freddo” di una lontra che pesca nelle ore fresche e sicure della notte.
Le possibilità sono davvero infinite, anche grazie alla portabilità dello strumento, che sta tranquillamente nella tasca laterale di qualsiasi zaino, nel porta-bibite in auto o perfino nei tasconi laterali di pantaloni tecnici.
Non vedo l’ora di poterlo usare ancora, per potermi trasformare ancora una volta in un “Predator gentile” e spiare la natura con passo silenzioso.