Andrea Corso & C vivono la loro migliore esperienza di sempre a Linosa, e trovano due specie mai viste prima in Italia. Ecco il reportage di Andrea, con la solita competenza e il solito, coinvolgente entusiasmo.
Linosa, una nera piccola isola vulcanica persa nel Canale Sicilia meridionale. Localizzata a una distanza uguale da Nord Africa e Sicilia meridionale, è una delle tre isole dell’arcipelago delle Pelagie, insieme a Lampedusa e Lampione (entrambe le isole di pietra calcarea del plateau africano). È nera, è verde per la macchia mediterranea che la ricopre, è veramente isolata e scarsamente popolata (circa 350-400 persone) … ed è il sito di birdwatching migliore in Italia e tra i migliori in tutto il Mediterraneo se si desidera trovare uccelli rari, accidentali o migratori irregolari: provenienti dalla Siberia, dal Nord Africa, dall’Asia occidentale o persino orientale (es. Mongolia), dalla Penisola Iberica o dall’Europa settentrionale. Questo è il motivo per cui una piccola “cricca” di birdwatchers appassionati e devoti che amano anche l’isolamento, il silenzio e la pace, auto-denominatosi MISC (Malati di Isolitudine allo Stadio Cronico), visitano Linosa ogni anno dal 2007: Ottavio Janni, Miki Viganò, Hans Larsson, Igor Maiorano, Lucio Maniscalco, Raimondo Finati ed il sottoscritto, Andrea Corso. Durante questi undici anni abbiamo documentato uccelli rari più di chiunque altro nella storia dell’ornitologia italiana e probabilmente di chiunque nel bacino del Mediterraneo, così come a seguito delle nostre osservazioni, lo status e la fenologia di diverse specie è stato completamente ridefinito – Luì forestiero, Zigolo minore, Pigliamosche pettirosso, Prispolone indiano, Codirosso algerino, e via dicendo, un tempo ritenuti accidentali in Italia oggi invece considerati migratori regolari, sebbene con contingenti molti limitati. Ma la stagione migliore di sempre è stata (ed è ancora mentre scrivo trovandomi ancora a Linosa col MISC) l’Autunno 2017. Durante undici giorni storici, dal 15 al 26 ottobre, abbiamo trovato due nuovi uccelli per l’Italia: un Migliarino di Pallas (ancora in piumaggio giovanile) ed un Calandro di Blyth. Entrambi non sono mai stati documentati prima nel nostro paese, ed entrambi sono estremamente difficili da identificare sul campo.
Dovremmo infatti parlare di tenui tonalità di rosa o di brunastro e di crema-isabella … questo fa la differenza, questo li differenzia dalle specie più vicine e ben più frequenti, Migliarino di palude e Calandro maggiore. Quando dovete essere certi in pochi, vitali e frenetici secondi dell’esatta colorazione di una piccola mandibola inferiore, o il fine dettaglio della forma di un sopracciglio e la tenue sfumatura di crema sui fianchi e sul ventre, allora hai solo bisogno del miglior binocolo sul mercato: il LEICA NOCTIVID 10×42. E sono stato più che felice di essere così fortunato di averne uno in mano quando ho inizialmente individuato il Migliarino di Pallas, per controllare velocemente e senza esitazione, anche se praticamente in preda al panico, il colore della piccola mandibola inferiore dello zigolo. Attraverso la lente del Noctivid, senza alcuna aberrazione di colore e nella migliore nitidezza possibile, una splendida tonalità rosa carnicino era chiaramente visibile – SIIIIIIIII ! E’ lui !! E il verso di volo lo confermava immediatamente, un sogno che diventa realtà. Poi, una volta calmato, con il supporto di tutta la squadra del MISC, abbiamo controllato il colore delle piccole copritrici sopra alari, non castano intenso ma marroncino spento, poi la forma della mandibola superiore, poi son seguite le fotografie e le registrazioni sonore. Leica – essenziale, gioco di squadra – cruciale, cooperazione e condivisione – vitale. La settima segnalazione nota per l’Europa e per il Paleartico occidentale (al di fuori della zona di riproduzione più occidentale in Russia), e solo il secondo in piumaggio giovanile.
Undici giorni dopo, mentre camminavamo tutti insieme, osserviamo in un campo un Anthus sp. di media-grande dimensione, bene eretto come postura ma quasi totalmente nascosto da un’erba fitta e alta: ancora una volta, Leica Noctivid pronto, controlli rapidi della forma e del colore del sopracciglio, i primi dubbi … potrebbe essere o non è possibile? È davvero un Calandro maggiore un po’ strano, o, piuttosto, un’altra prima segnalazione per l’Italia ben inquadrato dai nostri binocoli Leica? Per favore, esci allo scoperto, dai, ti preghiamo, mostraci le tue copritrici alari mediane, il colore dei fianchi e delle parti inferiori, la forma del sopracciglio dietro l’occhio, la struttura del becco e … e … SIIIIIII! Le parti inferiori sono uniformemente “cremose”, delicatamente tinte di color albicocca-isabella, nessuna aberrazione di colore nell’immagine fornita dai nostri Noctivid ne rende sicura l’interpretazione (alcuni seppur ottimi binocoli notoriamente hanno aberrazione giallastra!). Il mantello poi è striato di scuro in modo regolare e netto, come lo è il vertice, il sopracciglio dietro l’occhio si restringe, il becco è leggero, appuntito e non massiccio, quasi “tordesco” come quello di un Calandro maggiore. Ragazzi, foto a raffica, continuate, vai con le registrazioni dei versi, il MISC colpisce di nuovo, e Leica ci aiuta! Grazie Leica !! Una leggenda dell’ottica per dei birdwatchers “leggendari”.
Ecco la descrizione del Nuovo Leica Noctivid 10×42 (esiste anche in 8×42), ritenuto oggi il miglior binocolo per il birdwatching al mondo ed utilizzato da Andrea Corso