Ultimamente diverse persone mi hanno chiesto “ma cosa pensi sia importante infilare dentro lo zaino oltre a macchina fotografica e acqua”?
Con questo post rispondo almeno in parte a questa domanda, per quanto riguarda l’attrezzatura ottica che porto con me oltre a quella fotografica: il binocolo ed il cannocchiale.
In conclusione credo che la mia attività di naturalista nonché di fotografo/documentarista sia decisamente migliorata grazie a questo tipo di strumenti. Il binocolo mi aiuta durante le perlustrazioni e la ricerca degli animali, mentre il cannocchiale mi ha permesso di aggiungere una importante voce “filmati” ai miei lavori.
Questo è solo il mio punto di vista, sperando che possa essere d’aiuto a chi si sta chiedendo cosa possa essere utile avere con sé quando si gira in natura o si è in viaggio. Che sia birdwatching o altro tipo di fruizione della natura.
Primo piano in bianco e nero dello sguardo di un bellissimo elefante africano (Loxodonta africana) in Namibia.
Il binocolo
Da naturalista ho sempre apprezzato l’utilità di portare sempre con me un binocolo, ma per tanti anni ho preferito modelli di bassa qualità, leggeri e pieghevoli, perché mi dedicavo soprattutto all’identificazione di specie di Anfibi e Rettili in realtà facilmente avvicinabili a pochi metri.
Con l’esperienza e soprattutto con l’aumento della mia passione per il birdwatching (Sara, la mia compagna, ha seriamente contribuito a peggiorare questa mia malattia) e i viaggi in Africa ho cominciato ad apprezzare sempre di più binocoli che permettessero l’osservazione chiara dei minimi dettagli del piumaggio (per esempio quando si osservano uccelli limicoli e li si vuole determinare) o anche di grandi animali in azione nelle ultime ore che precedono la notte.
Già coi precedenti modelli Leica le mie osservazioni avevano subito un brusco miglioramento e più volte mi sono trovato a riporre la macchina fotografica e godermi la semplice osservazione degli struzzi che bevono nel deserto al mattino presto, oppure di una leonessa in pre-caccia la sera al tramonto. Tornando anno dopo anno in quei luoghi capita di avere il tempo di assaporare il momento e di non lasciarsi prendere troppo dalla foga fotografica, che a volte ci costringe a vivere i momenti più belli dietro il click frenetico dell’otturatore.
Ultimamente però, da quando sono in possesso di un Noctivid 8×42 devo dire che a volte l’ho trovato quasi “diseducativo” da quanto chiare le immagini appaiono nelle ore peggiori del giorno dal punto di vista luminoso. E’ come se “rimuovessero” il crepuscolo! Anche la notte, quando ci si reca magari nel Parco Nazionale di Etosha in Namibia a osservare l’abbeverata notturna degli animali, è incredibile come sia molto più piacevole e chiara l’osservazione degli animali (a volte anche molto vicini), attraverso questo modello anziché a occhio nudo.
Ormai quindi non li lascio mai a casa e nel momento in cui sto scrivendo sono quasi in procinto di andare ad appostarmi per osservare i lupi in azione nel Parco d’Abruzzo, col binocolo nello zaino.
L’unica cosa che “mi manca” in questo binocolo è solo l’impossibilità di attaccarlo al mio aggancio rapido per binocolo della Peak Design, poiché non è presente la filettatura sull’asse centrale di snodo tra i due occhi. Ma poco male, lo infilo nella tasca in vita o in una delle laterali dello zaino fotografico.
Il telescopio
Questo è uno strumento che ammetto di avere davvero spesso “snobbato”, anche quando è aumentata la mia passione per il birdwatching. Il mio problema è che avendo già uno zaino carico di materiale fotografico, non c’era davvero mai posto per metterci anche questo oggetto, senza contare poi la necessità di un cavalletto stabile e di una testa “video” anziché la solita testa a sfera iper leggera che sono solito usare con la macchina fotografica.
Ma… ed è un grosso ma, ho avuto la possibiltà di provare quasi per caso, durante un viaggio e poi anche in Italia, il Televid Apo da 82mm combinato con l’aggancio per la reflex e addirittura per il cellulare ed è stato subito amore. Soprattutto quest’ultima possibilità, mi ha aperto mondi fantastici. Un cellulare lo si ha sempre con sé, è leggero e ormai può registrare video davvero ottimi per un uso non altamente professionale. L’adattatore poi è una meraviglia perché non è altro che un cilindro di plastica che si fissa a pressione sul cannocchiale, a cui si aggancia poi il cellulare attraverso un case apposito.
Non solo, in questo modo, quando porto un gruppo di persone in natura, che sia in Italia o in giro per il mondo, posso mostrare a tutti attraverso lo schermo quello che ho inquadrato, senza bisogno di fare una fila indiana di gente che attende il suo turno per mettere l’occhio nell’oculare. E mi evito anche di dover spiegare a tutti come si focheggia, di spostare il gommino per chi è con/senza occhiali ecc…
Soprattutto quando sta “succedendo” qualcosa, è davvero forte che tutti possano vederlo senza spintonarsi per arrivare in tempo a vedere la scena!
E queste scene possono essere registrate ovviamente sia come filmato sia come fotografia, per documentare un comportamento particolare ed averne traccia.
Ho trovato questo sistema davvero super e con i cellulari di ultima generazione la qualità dei filmati e delle foto è davvero ottima.
Unico neo del sistema che avevo io in prova era il fatto che con il caldo la plastica dell’adattatore tende a dilatarsi un po’ e il cellulare tende quindi a perdere l’allineamento orizzontale, ma è qualcosa che penso verrà presto messo a posto nei modelli in vendita. Basta inserie una piccola vite di blocco nel corpo del cilindro di plastica, alla stessa maniera di quello che succede nell’attacco per reflex. Un altro piccolo problema era che al minor ingrandimento si nota un’evidente vignettatura (usando iphone 7 plus), ma credo sia un problema anche quello risolto.
Esiste anche un adattatore per reflex che permette di fotografare in digiscoping con qualsiasi macchina reflex o anche con macchine mirrorless ovviamente, ma l’ho usato meno spesso perché trovo comunque che il sistema per cellulari vinca come praticità (per esempio si fatica molto meno a bilanciare il peso sulla testa video e a tenere tutto fermo). Inoltre per me è un complemento a quello che è il mio lavoro di fotografo, che porto avanti ovviamente utilizzando teleobiettivi attaccati alla mia reflex.
Di seguito alcune delle più belle foto dell’esperienza di Emanuele in Africa