Il birdwatching come risorsa per le piccole isole circum-italiane
Il birdwatching sulle piccole isole italiane riserva oltre ad osservazioni ornitologiche emozionanti, anche la meraviglia di paesaggi unici e stupendi, come sulle isole vulcaniche di Linosa e Pantelleria (foto Piero Ferrandes & Andrea Corso).
Le ricerche ornitologiche sulle piccole isole del Nord Europa affondano le radici in un ormai remoto passato, quando già da metà ‘800 del XIX secolo si raccoglievano dati sulla migrazione degli uccelli in numerose isole della Scozia, Inghilterra, Svezia, Norvegia, Francia e Germania. E’ proprio in Germania, sull’isola di Helgoland, che viene fondata una delle prime stazioni di ricerca ornitologica fissa al mondo, nel 1891. Su quest’isola, l’eminente ornitologo Heinrich Gätke si era già trasferito nel 1841, iniziando a fare una collezione ornitologica degli uccelli da lui catturati sull’isola (ai tempi l’ornitologia, e tutta la zoologia, era primariamente basata sulle raccolte scientifiche degli esemplari): a lui si devono infatti numerose “prime” segnalazioni di specie prima mai segnalate nel Paleartico Occidentale o in Europa.
In quegli anni o poco dopo, gli studi ornitologici e gli osservatori permanenti, si susseguono su isole quali Ouessant (Francia), Scilly (Inghilterra), le Shetland (Scozia), Gotland e Ottenby sull’isola di Öland (Svezia) e via dicendo in tutta Europa. In Italia, non esistevano stazioni ornitologiche permanenti di ricerca sulle piccole isole, ma le “spedizioni” scientifiche di raccolta di esemplari prima, e di osservazione e dopo studio (es. inanellamento)si susseguono già da metà ’800, sebbene in modo saltuario e non sistematico. Pietro Doderlein nella sua “Avifauna del Modenese e della Sicilia” (Palermo, 1869-1874) riporta diverse osservazioni su specie ornitiche osservate nell’aprile e maggio 1874 sull’isola di Pantelleria.
Il paesaggio sulle isole vulcaniche è ricco di contrasti e la natura risplende in ogni luogo. Foto di Piero Ferrandes e Andrea Corso
Prima di lui, abbiamo alcune informazioni di zoologia da parte di Pietro Calcara nel suo lavoro “Calcara P., 1846. Rapporto del viaggio scientifico eseguito nelle Isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria e di altri punti della Sicilia. Palermo.”; sono però ben pochi e vaghi i cenni all’ornitologia che l’autore pubblicherà (Calcara 1851). Poche notizie vengono poi riportate da Giglioli nella sua “Avifauna Italica. Elenco delle specie di uccelli stazionari o di passaggio in Italia “ (1886) e nel “Secondo Resoconto” (1907), dove si rinvengono osservazioni specifiche ad esempio per l’agosto 1882 e 1890 (vedi pag. 286) sempre per l’isola di Pantelleria. Negli anni successivi, sino a tutta la pria metà del ‘900 del XX secolo, le visite sulle piccole isole italiane sono molto saltuarie e brevi, soprattutto da parte di ornitologi stranieri (ad esempio tedeschi poco prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale).
E’ Edgardo Moltoni, che finalmente, a partire dal 1954, ne capisce l’assoluta rilevanza ornitologica, iniziando a visitare regolarmente e a pubblicare i risultati delle sue osservazioni su numerose isole italiane quali Pantelleria, Zannone, Eolie, Isole Pelagie ecc.
In Moltoni (1954, 1973) si trovano innumerevoli segnalazioni nuove per l’isola di Pantelleria, incluse vere rarità a livello nazionale. Lo stesso si può dire del lavoro di Moltoni (1970) effettuato per le isole Pelagie (Lampedusa, Linosa e Lampione), dove l’ornitologo riporta la cattura o l’osservazione di numerose specie mai segnalate prime in Sicilia o Italia, o comunque molto rare. E’ infatti questo uno dei primi lavori che mostra come la regolare frequentazione delle piccole isole Mediterranee possa portare alla raccolta di una tale mole di dati nuovi da non solo ampliare la lista faunistica nazionale, ma arrivare a cambiare la fenologia e lo status di un rilevante numero di specie. Poco prima del 1970, comunque, già Ferrante Foschi si era recato sull’isola di Pantelleria nel 1966 pubblicando l’eccellente lavoro “Foschi F., 1968. Monografia sugli uccelli dell’isola di Pantelleria. Riv. ital. Orn. 38: 1-44” e segnalando numerose specie molto rare e, come nel caso del Falaropo becco largo.
Memorabile ed emozionante la sua descrizione della traversata in barca da Trapani a Pantelleria, durante la quale una tempesta con mare forza sette li colse, rischiando di farli naufragare:
Siamo partiti con un mare calmo ma, dopo alcune miglia, all’improvviso, una tramontana violentissima si leva, e le onde, in breve momento, si accumulano, si accavallano, biancheggiano, percuotono le fiancate, invadono la tolda…onde di cinque, di sette, di otto metri. Il Capitano dà ordini secchi, usa il fischietto, e gli uomini di bordo, sul quel guscio di noce in balia di un canale di Sicilia terribile, si arrampicano sulle sartie, issano le vele e le raccolgono: ed il magnifico tre alberi, costretto a ricevere di bordo le ondate furiose, balla irregolarmente, sprofonda, si impenna, ma procede: il Capitano al timone, resse per ben sei ore…poi, come volle natura, giungemmo in vista di Pantelleria.
Lo sapevate?
L’isola di Pantelleria è famosa tra I birdwatchers Italiani ed Europei anche per essere l’unico sito d’Europa dove si osserva facilmente la Cinciarella algerina.
Cyanistes teneriffae ultramarinus, foto Igor Maiorano
Spesso, durante le traversate con i traghetti, dalla terra ferma alle piccole isole italiane, non mancano le sorprese a mare, come un rarissimo Falaropo becco largo trovato da Andrea Corso col suo Leica Noctivid 10×42 andando verso l’isola di Ventotetene (e osservato anche da Fulvio Fraticelli, Alessandro Montemaggiori, Verena Penna e Riccardo Molajoli).
Andrea Corso sul campo con il suo inseparabile Leica Noctivid e il cannocchiale da osservazione Apo Televid.
Per quanto riguarda le ricerche storiche di ornitologia, e soprattutto di altre branche della zoologia (in primis entomologia) sulle Isole Eolie, si rimanda alla lettura del bellissimo libro di Pietro Lo Cascio del 2014 (vedi rif. biblio. in coda).
Negli anni ’90 del XX secolo e a inizio anni ’00 del XXI, si susseguono le brevi e saltuarie visite sulle piccole isole italiane, e principalmente su quelle circum-siciliane. Fanno eccezioni gli studi regolari sin dagli anni ‘70/’80 sulla colonia di Berta maggiore di Linosa e di Uccello delle tempeste a Marettimo. Ma è soprattutto il “Progetto Piccole Isole” dell’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) prima, successivamente ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che riveste un ruolo fondamentale in questo contesto. Il Progetto Piccole Isole (PPI) è un progetto di inanellamento sulla migrazione attraverso il Mediterraneo ideato e coordinato, fin dal 1988, dal Centro Nazionale di Inanellamento Italiano di ISPRA.
Sulle piccole isole italiane, sono infinite le possibilità di ricerche scientifiche oltre che di turismo ornitologico – qui uno dei massimi esperti mondiali di emissioni vocali degli uccelli paleartici, Magnus Robb, che con Andrea Corso ha girato Pantelleria e numerose altre piccole isole per registrare i canti e i versi di migratori che attraversano il Mar Mediterraneo (foto Andrea Corso)Soprattutto in primavera, sulle piccole isole italiane possono capitare giorni indimenticabili e ineguagliabili sul territorio nazionale- qui lungo le sponde del lago Bagno dell’Acqua a Pantelleria migliaia di cutrettole, quasi tutti maschi di ogni sottospecie, si alimentano al mattino. Un tripudio di colori e suoni (foto Andrea Corso). Lo stesso giorno di fine Aprile a Pantelleria, come per le cutrettole, oltre 10.000 hirundinidi erano posati ovunque (foto Andrea Corso). Qui, da più vicino, una Rondine da le spalle ad un Balestruccio (foto Andrea Corso)
Lanciato come un’iniziativa Italiana, il PPI ha presto coinvolto diverse isole e siti costieri sparsi in tutta l’area centro-occidentale del Mar Mediterraneo consentendo di delineare e dettagliare rotte di migrazione prima ignote. In 35 anni di attività il PPI ha fornito dati che hanno consentito di individuare siti ed habitat di importanza primaria per la conservazione di uccelli migratori euro-africani, svelato e spiegato le incredibili capacità di uccelli di pochi grammi di sorvolare, senza effettuare alcuna sosta, centinaia di chilometri di mare aperto, offerto indicazioni originali su come gli uccelli migratori siano efficaci indicatori delle conseguenze ambientali del surriscaldamento globale. Grazie a questi studi, nel 2006, finalmente, nasce la prima Stazione Ornitologica permanente su una piccola isola italiana, a Ventotene (Is. Ponziane, Lazio).
Sui campi adiacenti il lago Bagno di Venere, una Cicogna bianca si riposa dal lungo viaggio (foto Andrea Corso)
E qui facciamo una piccola pausa.
Infatti, tutto ciò non ha portato a un cambiamento nel flusso turistico destagionalizzato su queste piccole isole, né, nella maggior parte dei casi, nella vocazione d’uso delle stesse. Infatti, molte di queste isole e isolette, per centinaia di anni, sono state dominio di bracconaggio, con l’abbattimento sistematico di centinaia di specie protette.
Una coloratissima Pispola golarossa, osservata sia d’autunno che (come questa in foto) di primavera sulle piccole isole italiane (foto Andrea Corso). Paesaggi remoti e selvaggi. Le isole son spesso un luogo dove il bracconaggio si diffonde rapidamente. Foto Andrea Corso e Piero Ferrandes
Se da un lato la ricerca ornitologica riviste un ruolo di grande rilievo da un punto di singoli luoghi specifici, essendo pochi gli studiosi professionisti che vi si dedicano nel nostro paese. E’ il birdwatching invece, hobby e passione che si sta mostrando in costante aumento, in tutta Europa da oltre 50 anni, in Italia nell’ultimo ventennio, ad esempio grazie all’associazione EBN Italia. E proprio per questa sua valenza ricreativa, di passione e di crescita che il birdwatching può far muovere una moltitudine di persone, in viaggio verso sempre più numerose destinazione e con un numero di appassionati in costante crescita.
Ed è così, che nel 2006, dall’unione di un gruppo di accaniti birders nasce il birding team MISC – Malati di Isolitudine allo Stadio Cronico.
Già dai primi anni ’90 del XX sec., l’autore di questa nota, frequentava saltuariamente le isole Eolie, le isole Pelagie e le isole Egadi.
Ma prima del 2006, nessun birdwatcher italiano aveva pensato di frequentare con assiduità, regolarità e per diverse settimane consecutive una delle varie piccole isole italiane. Il MISC invece, nato dalle prime osservazioni sull’isola di Linosa da parte di Hans Larsson e Andrea Corso, grazie all’unione con Ottavio Janni, Michele Viganò, Lucio Maniscalco,Igor Maiorano e ultimo ma non ultimo Raimondo “lo zio” Finati, inizia a frequentare LINOSA per un mese in primavera, e un mese in autunno.
Prispolone Indiano (Anthus hodgsoni). Questa specie, precedentemente considerata accidentale in Italia, viene oggi osservata regolarmente a Linosa dal MISC, con numeri sempre esigui ma comunque maggiori che in qualunque altro luogo in Italia e tra i più elevati per singolo sito nel Mediterraneo. Grazie all’assidua frequentazione in anni recenti da parte di birdwacthers anche di altre isole italiane, la specie è stata osservata anche in altre località italiane (Foto Davide De Marchi).
Ecco che iniziano a fioccare le osservazioni, sempre documentate da foto o registrazioni sonore, di specie prima mai segnalate in Italia, anche vere rarità per tutto il Paleartico Occidentale come il Migliarino di Pallas o lo Spioncello del Pacifico.
Lo status e la fenologia di numerose specie un tempo ritenute rare, irregolari o persino accidentali vengono stravolti, specie sfuggite o raramente inanellate durante il PPI vengono osservate con regolarità. Il tam-tam tra la comunità di birdwatchers italiani, ma anche a livello internazionale, cresce di anno in anno. E’ così che tutti i birdwatchers capiscono lì importanza di frequentare assiduamente le piccole isole italiane durante il doppio passaggio migratorio (pre-riproduttivo in primavera, post-riproduttivo/post-giovanile in autunno). Decine di persone dunque si recano tra marzo e maggio e in ottobre-novembre a Ventotene, Isole Tremiti, Elba e Capraia, Isole Eolie, Egadi ma soprattutto a Lampedusa e Linosa.
In 24.000?
Molti anni fa, in una sola giornata di fine aprile stimammo quasi 24.000 esemplari di stiaccino sull’Isola di Pantelleria, record per tutta l’Italia, sebbene probabilmente un ricordo lontano dato il trend negativo di quasi tutti gli uccelli migratori e non.
Maschio di stiaccino, foto ANDREA CORSO
Da poche decine, negli ultimi anni sono diventati centinaia i birdwatchers che visitano queste isole in periodi durante i quali pochi sono i turisti che le frequentano. I bracconieri, un tempo indisturbati, capiscono che non possono più agire liberamente. E se a Lampedusa, Ponza, Ischia, Capri e altri isole il bracconaggio è ancora un problema reale e molto serio per l’avifauna protetta, e la strada da percorrere verso una completa o più estesa salvaguardia delle specie protette ancora in salita. A Linosa i cacciatori, diminuiti di numero drasticamente, oramai cacciano (seppure spesso in periodo non consentito o in numeri eccessivi) solo poche specie come Tordo bottaccio, Allodola e Beccaccia; dopo quasi 20 anni di discussioni estenuanti, mostre fotografiche, giornate di educazione ambientale nelle scuole (LEICA per giovani Birders) e via dicendo, oggi i pochi cacciatori rimasti hanno capito che nessuna specie protetta deve essere abbattuta.
Poco più in là, una bellissima ed elegante Avocetta avanza sospettosa (foto Andrea Corso)Una sorpresa inattesa per una piccola isola italiana, nello stesso momento, una bellissima Pernice di mare è in allerta lungo la sponda sabbiosa del lago (foto Michele Viganò)
Emblematica la presenza ogni autunno di aquile minori, bianconi, cicogne nere, falchi sacri che sostano per giorni o settimane indisturbati sull’isola, sorvolando spesso i cacciatori senza alcun problema. In settembre 2023, un giovane Capovaccaio radio-satellitato, ha sostato sull’isola di Linosa, protetto e indisturbato, anzi alimentato da alcuni isolani che hanno portato carne su Monte Vulcano dove sostava. In ottobre 2024, un gruppo di 10 pivieri dorati e 4 pivieri tortolini, ha sostato per 15 giorni nel giardino di uno dei cacciatori dell’isola, senza mai essere oggetto di fucilate, anche mentre lo stesso cacciava tordi. Un compromesso si, ma una grande soddisfazione a confronto del fuoco a sbarramento che accoglieva un tempo tutti i migratori, dal Gufo di palude agli aironi, dai rapaci ai passeriformi, a Linosa come su tutte le isole italiane.
Linosa e Lampedusa, ma anche le Tremiti, Ventotene, ogni primavera e autunno, vedono le stanze in affitto e i pochi B&B riempirsi di birdwatchers, per giorni o per settimane.
Gruppo di fotografi birdwatchers intenti a fotografare un Usignolo d’Africa in un giardino sull’isola di Ventotene. Gli uccelli rari attirano sulle isole italiane numerosi birdwatchers che ormai in primavera e autunno riempiono le piccole isole, scorrazzando per i centri abitati di queste isole, affiatando numerose case e B&B e portando una nuova forma di turismo (foto Roberto Gildi)
E il flusso sembra destinato a crescere! Sperando in un futuro di sempre minore impatto venatorio e maggiore turismo ambientale, nel rispetto sempre e comunque però degli isolani e dell’ambiente delle isole.
Un giorno di fine aprile a Pantelleria, non scorderò mai le oltre 5000 balie (nella foto sotto un maschio di Balia dal collare) che si trovavano letteralmente ovunque. Ma sebbene sempre più di rado (tutti i migratori trans-sahariani sono in forte declino), si può osservare la stessa cosa in tutte le piccole isole italiane in primavera.
Un’altra prima segnalazione italiana trovata sull’isola di Linosa da Andrea Corso/Leica & MISC team è il CANAPINO PALLIDO OCCIDENTALE (Iduna opaca). In questa foto sotto, invece, un individuo trovato sull’isola di Pantelleria qualche anno dopo, in primavera (foto Michele Viganò)
Certamente non come sullo Stretto di Messina, ma le osservazioni primaverili e, in minor misura autunnale, sulle piccole isole italiane (es. Pantelleria, Ustica, Isole Eolie) riservano anche emozionanti giornate di passaggio di rapaci – qui sotto un juv. al 2CY (2° anno-calendario) di Albanella minore (Circus pygargus) fotografato da Davide D’Amico.
Sotto, una foto di un juv. al 2CY (2° anno-calendario) della ben più rara Albanella pallida (Circus macrourus) fotografata dal compianto Marco Borioni, attivissimo birder soprattutto amante dei rapaci migratori.
Albanella pallida. Foto di Marco Borioni
Migliaia i falchi pecchiaioli (Pernis apivorus). Nelle immagini sotto due adulti, uno della forma tipica e uno della forma scura che ci concentrano durante la migrazione pre-riproduttiva (aprile-maggio) sulle piccole isole Italiane, soprattutto Eolie, Egadi e Pantelleria.
Foto ANDREA CORSOFoto Andra Corso
I GIORNI INDIMENTICABILI
E poi ci sono quei giorni che non scordi mai più, e che solo le piccole isole del Canale di Sicilia possono regalarti in Italia! A Pantelleria, a inizio maggio 2013, un juv. di Aquila imperiale (Aquila heliaca) volava insieme a 3 aquile anatraie minori (Clanga pomarina), un’Aquila anatraia maggiore (Clanga clanga), 1 ibrido pomarina x clanga, 1 juv e 1 imm. di Aquila delle steppe.
LETTURE CONSIGLIATE:
BOANO G. & CURLETTI G., 1975. Aggiunte all’avifauna della Sila e dell’isola di Lampedusa. Riv. ital. Orn., 45: 381-383
CALCARA P., 1846. Rapporto del viaggio scientifico eseguito nelle Isole di Lampedusa, Linosa e Pantelleria e di altri punti della Sicilia. Stamp. Pagano, Palermo.
Calcara P., 1851. Elenco di alcuni Uccelli in: Descrizione dell’Isola di Linosa. Tip. R.A. Pagano, Palermo.
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LAMANTIA T., LO VALVO F. & MASSA B., 2002. XIII. Gli Uccelli. Pp. 89-105 in: Corti C., Lo Cascio
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