Paesaggi lunari, spiagge immense, dune desertiche di sabbia finissima, tutto concentrato in pochi chilometri quadrati: si tratta di Fuerteventura, una delle otto principali isole dell’arcipelago delle Canarie; la più vicina alle coste africane e la più antica, essendosi formata ben 20 milioni di anni fa.
Questi due aspetti hanno influenzato non poco la forte identità dell’isola: gli effetti di milioni di anni di erosione eolica hanno molto addolcito le aspre formazioni di origine vulcanica e le condizioni climatiche del vicino nord Africa hanno permesso l’instaurarsi di habitat per molti aspetti più simili a quelli del Marocco che a quelli tipici dei climi oceanici.
Proprio per queste peculiarità Furteventura, oltre a essere meta ambita per gli amanti del wind-surf e di spiagge tutt’altro che affollate, rappresenta una destinazione decisamente interessante per gli appassionati di natura ed in particolare per i birdwatchers, categoria che negli ultimi anni anche in Italia continua ad accrescere le sue fila.
Ornitologicamente parlando l’isola può considerarsi uno scampolo di Sahara andato alla deriva, unico angolo d’Europa dove è possibile osservare alcune specie tipiche delle zone desertiche e semidesertiche del nord Africa, a cominciare dall’Ubara (Chlamydotis undulata) specie sempre più minacciata dalla frammentazione del suo habitat elettivo e dalla caccia di frodo nei paesi del Maghreb, e che a Fuerteventura, in alcune localizzate aree idonee, sopravvive con una popolazione stimata intorno ai 240 individui, o come il Corrione biondo (Cursorius cursorius), che potremmo considerare la versione del Vecchio Mondo del Road-runner americano, il “bip-bip” dei cartoni animati, per intenderci.
Ma gli ornitologi di tutta Europa, giungono a Fuerteventura soprattutto per ammirare la vera specialità dell’isola, un piccolo passeriforme che non è possibile osservare in nessun’altra parte del mondo, il Saltimpalo di Fuerteventura (Saxicola dacotiae) che ha eletto a suo habitat ottimale i barrancos, i letti ormai asciutti dei torrenti che numerosi percorrono l’isola, quegli stessi torrenti che nei milioni di anni trascorsi sono stati i maggiori artefici, insieme al vento, del modellamento del paesaggio così come lo vediamo adesso.
Fortunatamente la popolazione del nostro Saltimpalo gode di discreta salute e non è affatto difficile scovarlo girovagando per le aree rocciose semidesertiche, anche se, devo ammettere, che aver trascorso il primo giorno nella parte centrale dell’isola senza avvistarne uno cominciava a destarmi qualche preoccupazione! I nostri sforzi sono stati premiati il giorno successivo, in corrispondenza di uno dei primi tornanti di quella che si può considerare senza dubbio la strada più suggestiva che si possa percorrere su questo scampolo di terra in mezzo al mare. Si tratta della pista che partendo da Morro Jable raggiunge l’estremità meriodionale dell’isola, lungo la penisola di Jandia. Proprio nel primo tratto, in un piccolo appezzamento di terreno sabbioso, dove erano presenti le uniche piante nel raggio di qualche centinaio di metri, è uscito allo scoperto un confidente e colorato maschio di Saltimpalo che evidentemente aveva eletto questo piccolo angolo di isola a suo territorio. Questo individuo in particolare si è mostrato altresì molto collaborativo, dandoci così l’opportunità di effettuare un buon numero di scatti.
Per l’occasione abbiamo avuto modo di osservare questa specie senz’altro unica, e le numerose altre scovate nel corso del soggiorno “canarino”, attraverso le lenti dell’ULTRAVID 8×32 HD, binocolo che si è rilevato ottimo in tutte le situazioni. Per chi, come il sottoscritto, è abituato a girovagare per mari e monti con binocoli di una certa “stazza”, generalmente 10x, la prima caratteristica che si apprezza è senz’altro il peso esiguo; quasi ci si dimentica di averlo al collo!
Per quanto riguarda le prestazioni devo ammettere di essere rimasto colpito dall’immagine perfetta, al centro così come ai bordi dell’inquadratura, dal campo visivo ampio e dalla luminosità eccellente, anche oltre le aspettative in situazioni critiche, come ad esempio nella ricerca di uccelli marini al tramonto.
Ed è proprio dopo il tramonto che, davanti ad una rigenerante cena a base di pescado del dia, salutiamo questa stupenda isola con la sensazione di non veder l’ora di tornare.
© Giovanni Soldato