|DI LUCA GIORDANO|

Lo stormo di pavoncelle si è appena posato in palude. Alcuni germani reali nuotano a breve distanza, mentre un solitario beccaccino setaccia il fondale limaccioso alla ricerca di cibo. Una nebbia sottile aleggia sull’acqua, permeata di una strana quiete. Il mio occhio destro osserva gli uccelli in riposo, attaccato all’oculare del cannocchiale Leica.

Beccaccino, foto di Luca Giordano
Beccaccino, foto di Luca Giordano

Ad un tratto, un turbinio d’ali. E’ come se l’intera zona umida si fosse alzata in volo all’unisono. Le pavoncelle, come terrorizzate, si esibiscono in continue virate di gruppo, che espongono alla vista un continuo alternarsi di schiene scure e addomi bianchi come la neve.

Pavoncella, foto di Luca Giordano
Pavoncella, foto di Luca Giordano

Una di loro non è impegnata in questi volteggi. E’ invece riversa sul terreno, il collo ben stretto dalla morsa di artigli, preda di un falco pellegrino che si è appena abbattuto sulla calma della palude.

Attraverso le lenti dello strumento ottico squadro estasiato il profilo fiero del rapace, poi sollevo lo sguardo e comincio a raccontare entusiasticamente a mio padre l’accaduto, come se lui non fosse rimasto al mio fianco nel corso di tutta la mattinata e non avesse avuto modo di assistere. Ho appena compiuto 12 anni e in un capanno del Centro Cicogne e Anatidi di Racconigi so di essere diventato un birdwatcher.

Luca Giordano
Luca Giordano

L’osservazione degli uccelli in natura è un’attività che richiede una buona dose di pazienza. Numerosissime sono le uscite a vuoto, mentre decisamente più rari sono i momenti irripetibili a cui si ha la fortuna di assistere. Quell’episodio di vita e di morte, quella caccia di cui in realtà ho avuto modo di vedere solamente il risultato, è stato uno di quei momenti. Un attimo decisivo, una scintilla che ha acceso in me il desiderio di esplorare un mondo nuovo, fatto di penne e di piume.

Il mondo degli uomini e quello degli uccelli si permeano e si intersecano più di quanto le persone siano in media portate a pensare. Persino tra le strade più trafficate e inquinate delle nostre città si nascondono le ali. Un viale alberato, una fontanella pubblica, un’aiuola spartitraffico, sono spesso sufficienti ad attrarre le attenzioni di una variegata avifauna. Se mai avessi avuto bisogno di un’ulteriore testimonianza di questa silenziosa presenza, la mattinata del 1 gennaio 2021 si sarebbe rivelata perfetta allo scopo.

Sono uscito di casa di buon’ora, dopo una sveglia priva di difficoltà aiutata da un ultimo giorno dell’anno insolito, obbligatoriamente all’insegna della clausura e della sobrietà per i motivi che purtroppo tutti noi ben conosciamo. Costretto a rimanere in prossimità della mia abitazione, ho scelto di recarmi alla Zona di Protezione Speciale del Meisino, un’area di quasi 250 ettari situata nel comune di Torino, alla confluenza tra la la Dora Riparia, la Stura di Lanzo e il Po: il luogo ideale per dare ufficialmente inizio al mio primo Big Year.

Per chi non lo sapesse, il Big Year è una competizione informale tra appassionati di avifauna, che mirano a identificare, attraverso l’osservazione o il riconoscimento del canto, il maggior numero di specie di uccelli possibile in un singolo anno. Una sfida prima di tutto personale, che comincia ogni anno il 1 Gennaio e termina il 31 Dicembre.

Dopo aver scrutato con il mio binocolo Leica Ultravid 10×32 HD ogni canneto, arbusto, ramo, tratto di fiume e angolo di cielo a portata di tiro sono rientrato al domicilio con un numero sorprendente di specie da aggiungere alla mia check-list. Venticinque specie, osservate in un paio d’ore, ad appena qualche chilometro di distanza dal centro di una delle più popolate città d’Italia. Nel corso della stessa mattinata, il mio sguardo è stato rapito dall’incedere schivo del piro piro piccolo, dalle dimensioni ridottissime del timido regolo, dal volo a pelo d’acqua del coloratissimo martin pescatore, dall’innegabile intelligenza della cornacchia grigia. Insomma, da una serie incredibile di differenti espressioni della natura, così uniche eppure tutte così egualmente straordinarie.

Martin pescatore, foto Luca Giordano
Martin pescatore, foto Luca Giordano

Dopo un’infanzia vissuta con il binocolo al collo e con la “Guida degli uccelli d’Europa” nello zaino, nel corso degli ultimi anni ammetto di aver messo da parte il mio originario spirito di birdwatcher per dedicare alla mia attività di fotografo naturalista più tempo possibile. Le passeggiate dietro casa, così come quelle nelle tante aree protette del Piemonte, sono state mano a mano sostituite da piccoli viaggi e tour fuori porta, incentrati sulla ricerca dello scatto perfetto. Se, come sostiene qualcuno, è giusto andare alla ricerca degli aspetti positivi che si nascondono nelle situazioni più spiacevoli, mi sento di dire che la pandemia del 2020, con le sue rigide limitazioni e i suoi conseguenti impedimenti, si è rivelata fonte di riflessione: il Covid19 mi ha tolto molte cose, ma mi ha anche offerto un’occasione propizia per riscoprire la bellezza insita nelle cose semplici e per tornare a una passione troppo a lungo accantonata.

La parola “birdwatching”, per il sottoscritto, fin da quella mitica, prima osservazione di falco pellegrino, è sempre stata sinonimo di “Leica”. Per questo motivo non avrei potuto iniziare il mio Big Year senza l’appoggio incondizionato di questo marchio.

Luca Giordano con il suo Leica Ultravid HD-Plus da 32mm
Luca Giordano con il suo Leica Ultravid HD-Plus da 32mm

Nel corso del 2021, per massimizzare le mie chance di osservazione, avrò la possibilità di utilizzare sul campo un’ampia gamma di strumenti ottici: in occasione delle mie gite in montagna sarò accompagnato da binocoli leggeri come il Leica Ultravid 10×32 HD, mentre durante le escursioni in pianura e in capanno prediligerò l’utilizzo di lenti più pesanti e luminose, come quelle del Leica Ultravid HD-Plus 8×42. Il cannocchiale Leica APO-Televid 82, infine, si rivelerà fondamentale per mantenere la debita distanza da specie particolarmente sensibili e apprezzare i comportamenti naturali degli uccelli anche durante fasi delicate, come l’accoppiamento e la cova.

Se come spero la situazione sanitaria globale andrà migliorando nel corso dell’anno, questa avventura mi porterà alla ricerca di alcuni tra gli uccelli più affascinanti e rari d’Europa, oltre i confini del mio Comune, della mia Regione e persino della mia Nazione. Ciò nonostante, sono certo che anche in cima ad una scogliera islandese illuminata da un rosso tramonto artico, di fronte a centinaia di coloratissime pulcinelle di mare, per nulla al mondo potrei dimenticare il senso di pace e di meraviglia provato di fronte al volo di una semplice gazza, osservata dalla finestra di casa, all’alba di un 1 Gennaio molto particolare.

Alcuni scatti di Luca Giordano

Tarabuso, foto di Luca Giordano
Tarabuso, foto di Luca Giordano
Gufo comune, foto Luca Giordano
Gufo comune, foto Luca Giordano
Pulcinella di mare, foto di Luca Giordano
Pulcinella di mare, foto di Luca Giordano

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