Leica Natura foresta di bialowieza

Testo e foto di Maurizio Beucci.

La FORESTA di BIAŁOWIEŻA è uno di quei posti nel mondo che sono conosciuti da una tipologia di viaggiatori e appassionati che il marketing oggi definirebbe di interesse “verticale” o se vogliamo “di nicchia”, siamo sì nell’ambito di una delle più belle riserve naturali d’Europa, ed è anche patrimonio culturale dell’UNESCO dal 1992, ma in quanto a popolarità non stiamo certo parlando dello Yosemite negli USA o dell’Etosha in Namibia, ed è un peccato perché Białowieża è l’ultima foresta vergine d’Europa e in qualche modo forse soprattutto il Vecchio Continente merita di essere scoperto per ciò che era prima che l’uomo prendesse il sopravvento sull’ambiente.

foresta di bialowieza foto di Maurizio beucci

Białowieża è un luogo che facilmente diventa “posto del cuore”, un posto straordinario che può mostrarci ancora oggi come gran parte dei territori centrali d’Europa -i più estesi- si presentavano prima della massiccia industrializzazione.

In questa foresta ho avuto il piacere di tornare una volta dopo il mio primo viaggio, sempre insieme ad un piccolo gruppo di professionisti, naturalisti o di fotografi. La prima volta fu nel 2015, poi l’anno successivo. Il terzo viaggio l’avevo programmato nel 2020, ma la pandemia ha creato la situazione che ormai conosciamo e per questo spero di avere ancora una possibilità nel prossimo inverno. Torno però alle memorie di quei due viaggi, ricordo che il primo motivo per il quale scelsi di raggiungere Białowieża fu la possibilità di vedere il bisonte europeo. 

bisonte europeo Leica Natura binocolo e fotografia Maurizio beucci NELLA FORESTA DI BIAŁOWIEŻA ALLA RICERCA DEL BISONTE EUROPEO Leica Natura per Maurizio beucci
ultravid 10x42 foresta Leica Natura foto Maurizio beucci NELLA FORESTA DI BIAŁOWIEŻA ALLA RICERCA DEL BISONTE EUROPEO Leica Natura per Maurizio beucci

É forse questo il primo e più “importante” degli animali che vivono in quell’area remota d’Europa al confine tra Polonia e Bielorussia (ammesso che esista un animale più importante degli altri…). La storia del bisonte europeo è una storia incredibile di ripopolamento di una specie che al termine della prima guerra mondiale fu praticamente estinto. La sua presenza oggi è infatti il frutto di una accurata ricerca e selezione operata dall’uomo partendo da soli 7 esemplari dei 50 rimasti in cattività in Europa al termine del primo conflitto globale. Oggi parliamo di circa 600 esemplari sparsi tra Polonia e Bielorussia, ma i dati sono piuttosto incerti.

Seppure spesso incrociato con altri bovini durante il XIX e XX secolo, la storia del Bisonte è una storia di resistenza, di sopravvivenza e di recupero straordinaria. Molti esemplari come scrivevo, furono infatti sterminati durante la guerra ad opera delle truppe occupanti la Polonia -tedesche e russe principalmente- e infine dai bracconieri che abbatterono l’ultimo esemplare libero nel 1927 in Polonia. Il motivo? La sopravvivenza dei militari stessi, dunque le sue carni, ma spesso anche il semplice trofeo e la rarità delle sue pelli.

Il Bisonte europeo (Bison Bonasus Bonasus) è oggi il più grande animale selvatico vivente in Europa, può arrivare a 3 metri di lunghezza per pesi che variano dai tre ai nove quintali e questi numeri fanno di quella europea una specie mediamente più grande e possente di quella americana (Bison Bison).

bisonte europeo foto per Leica Natura di Maurizio beucci viaggio in Bielorussia NELLA FORESTA DI BIAŁOWIEŻA ALLA RICERCA DEL BISONTE EUROPEO Leica Natura per Maurizio beucci

La foresta di Białowieża merita una visita all’insegna dell’osservazione già per il bisonte, eppure, in questo straordinario polmone verde d’Europa si trovano tante altre specie animali degne di attenzione.

Alce, capriolo, cinghiale, cervo, lupo e addirittura la lince sono alcune tra queste, ma a fare impressione sono certamente le 260 specie di uccelli presenti nella foresta, con un record incredibile che vede ben 240 tra queste riprodursi proprio qui.

capriolo per Leica Natura foro di Maurizio beucci per leica foresta

Straordinaria infine è la sua biodiversità in termini botanici.

Il gruppo del nostro primo viaggio era vario, con gli amici e colleghi Giovanni e Ivan (ornitologi), Nestor (Botanico e naturalista) e Marco (fotografo) trovammo subito un ottimo equilibrio.

Bisogna immaginare innanzitutto Białowieża come un luogo del silenzio.

foresta di bielowieza Leica Natura binocolo e cannocchiale da osservazione NELLA FORESTA DI BIAŁOWIEŻA ALLA RICERCA DEL BISONTE EUROPEO Leica Natura per Maurizio beucci

Viaggiammo d’inverno (4 giorni a marzo e poi 4 giorni a dicembre) e anche le brevi nevicate cui assistemmo furono suggestive per vivere a fondo l’esperienza. Białowieża è infatti piuttosto popolare come meta estiva tra Russi, Polacchi e Tedeschi, ma personalmente credo che il suo fascino risieda nelle corte giornate d’inverno, dove l’osservazione è in un certo senso più semplice e scorgere mammiferi e uccelli un’esperienza molto più frequente. 

La nostra attrezzatura consisteva in una serie ampia di Sport Optics e fotocamere. Per i più “tecnici”, ciascuno di noi aveva con sé un binocolo “corto” per i grandi mammiferi e per la prima osservazione, solitamente un ultravid o un trinovid 8×20.

Ma come molti osservatori sanno (io al tempo ignoravo questa necessità), una più accurata osservazione necessita invece di binocoli più lunghi, per questo portammo con noi anche un paio di 10×42. 

ultravid 10x42 Leica Natura

Le fotocamere invece -il mio pane oserei dire- erano due Leica SL con lo zoom Vario-Elmarit-SL 90-280mm, una Leica Q, una Leica V-Lux con obiettivo zoom 25-400mm (equiv.) una Leica M Monochrom e una Leica M, equipaggiate rispettivamente con Summilux-M 35mm f/1.4 ASPH e APO-Telyt-M 135mm f/3.4.

fotocamera leica M ultravid 8x42 Leica Natura

Si può certamente dire che l’attrezzatura non mancasse nonostante la necessità più grande fosse quella di rimanere leggeri e comodi per poter affrontare i percorsi e il freddo. 

Le ore di luce sono relativamente poche a Marzo a Białowieża, a inizio mese albeggia alle 6:00 del mattino circa mentre il tramonto è compiuto già alle 16:45/17:00 del pomeriggio, la sensazione però è quella di avere giusto 4-5 ore di luce al giorno. La nostra giornata tipo prevedeva di uscire con l’auto dal nostro alloggio per arrivare all’ingresso dei primi percorsi del parco già alle 6:00 del mattino. Camminavamo poi per ore, zaini in spalla o attrezzatura al collo fin verso le 15:30. Non mi sono mai abituato alle cene alle sei di sera, eppure in inverno è cosa assai frequente.

Ora non ricordo bene tutto ciò che successe durante quei due viaggi, ricordo chilometri e chilometri a piedi con l’ossessione di voler vedere un bisonte che non arrivava mai, ricordo la fanghiglia fino alle caviglie e quel freddo che ti porti nelle ossa per ore anche dopo esserti scaldato (superammo anche i -20°), ricordo il buio e il silenzio rotto soltanto dal rumore dei nostri passi.

Ma una cosa ricordo più di qualunque altra, ricordo lo stupore della prima volta che ne vidi uno… quel bisonte, dopo un’intera giornata trascorsa a cercarlo, era lì, dietro casa nostra, a non più di 100metri dalla finestra della nostra stanza.

bisonte europeo leica natura Maurizio beucci

Lo rividi poi a Dicembre, sotto la neve, e fu straordinario. Quella magia, sono certo, è ormai impressa nella mia memoria. Oggi credo che Białowieża, per me, rappresenti la sensazione più simile di quel sentimento nostalgico di solitudine e lontananza che i lusitani definiscono saudade.

bisonte europeo Maurizio beucci leica natura

La voglia di tornare non è mai stata così forte, Białowieża è da allora uno dei miei posti del cuore e merita tutto il tempo e l’attenzione del nostro osservare.

NELLA FORESTA DI BIAŁOWIEŻA ALLA RICERCA DEL BISONTE EUROPEO Leica Natura per Maurizio beucci

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