Il binocolo da lavoro per ricercatori e fotografi naturalisti
Devo ammetterlo, ho sempre trovato molto strano vedere divulgatori e fotografi naturalisti organizzare uscite senza binocolo. Forse è il peso nello zaino, forse è la qualità ottica di un compatto, mi sono detta. Tutte considerazioni valide, ma in questo modo il risultato finale del lavoro fotografico o di ricerca e il piacere dell’osservazione subiscono un netto colpo.
Un’uscita in natura senza un binocolo è un’uscita a metà. Per chi non l’avesse mai provato, un binocolo cambia completamente l’esperienza di osservazione e avvicinamento alla fauna selvatica.
Se il pensiero delle ore di cammino o del dislivello da affrontare per andare ad osservare e fotografare lascia che ci sentiamo tentati di rinunciare a mettere nello zaino l’indispensabile binocolo, ora abbiamo la possibilità di rinnovare il nostro equipaggiamento.
IL COMPATTO
Il binocolo da zero grammi è destinato a rimanere un sogno, ma quello da due etti esiste. I modelli definiti “compatti” 8×20 o 10×25, grandi come pacchetti di sigarette, dotati nella fascia alta di ottiche ineccepibili sono splendidi compagni di passeggiate e viaggi, ma l’osservazione si limita a pochi secondi a causa del rapporto troppo ridotto tra obiettivo e ingrandimento.
L’IMPORTANZA DELLA PUPILLA D’USCITA
Un calcolo veloce
Diametro dell’obiettivo / Ingrandimento = Pupilla d’Uscita.
La pupilla d’uscita si esprime in millimetri e rappresenta lo spazio utile alla pupilla umana dentro un’ottica. La si può vedere guardando dalla parte degli oculari, tenendolo il binocolo a 30-40 centimetri dagli occhi. Si vede un cerchio luminoso. Quello è lo spazio fisico in cui i nostri occhi osservano. Sotto i 4mm l’occhio umano si affatica rapidissimamente.
Quando la pupilla umana diventa più grande della pupilla d’uscita del binocolo dopo alcuni secondi non è più in grado di fissare lo stesso punto e ci provoca la sensazione di fatica e difficoltà ad osservare.
Ne consegue che le osservazioni prolungate sono impossibili. Una vera tortura per gli occhi se cerchiamo prestazioni crepuscolari o anche se facciamo osservazioni continue in pieno giorno.
Sogni rimangono anche quelli di utilizzare binocoli comodissimi per i nostri occhi come quelli con gli obiettivi grandi da 50 o 56 millimetri, perchè con il loro peso sempre superiore al chilogrammo a carico del collo determinerebbero un rapido affaticamento fisico per il nostro corpo, particolarmente portato a subire in ogni sua parte i carichi sopportati dal collo.
LO SPECIALISTA Ultravid 8×32 HD-Plus
Il binocolo Ultravid HD-Plus 8×32 è da tanti anni il binocolo da spedizione per definizione. Evolutosi tecnologicamente nel tempo quanto a ottica, meccanica e compattezza per arrivare oggi a offrire prestazioni straordinarie. Noi in Leica lo chiamiamo Lo Specialista. È il binocolo di chi vuole uno strumento da lavoro e non accetta compromessi.
Corpo in magnesio, ultra compatto con sistemi meccanici e di messa a fuoco pari a quelli dei modelli più grandi e nello stesso tempo sfiora il limite del mezzo chilo di peso e degli 11,6 centimetri di lunghezza e larghezza.
8×32 significa 4mm di diametro utile alla nostra pupilla per osservare comodamente, sufficiente per osservazioni prolungate fino al calar del sole.
11,6 centimetri per 11,6 e 535 grammi sono le caratteristiche del binocolo Leica Ultravid 8×32 HD-Plus con corpo in magnesio, meccanica robustissima, gommatura esterna e ottica dotata di tutti i più moderni ritrovati per offrire contrasti, luminosità e definizione dell’immagine al massimo livello.
Il binocolo Leica Ultravid 8×32 HD- Plus è l’unico binocolo ad aver raggiunto i risultati migliori in termini di compromesso tra dimensioni contenute, robustezza e prestazioni.
Il fuoriclasse Ultraid 8×32 HD-Plus è usato da tantissimi ricercatori, divulgatori e fotografi, uno tra tanti il fotografo naturalista di fama mondiale Stefano Unterthiner.
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