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IL GIOCO DEI DOPPI E DEGLI INGANNI – Parte 1

CALIDRIS MISTERIOSI IN GIRO PER L’ITALIA

Spesso mi chiedono cosa sia la scienza, inclusa l’ornitologia (e il birdwatching, che altro non è che una parte di questa e non una branca diversa). Io rispondo: il dubbio e l’errore, è, soprattutto, imparare dai propri dubbi e dai propri errori.

La persona mediocre vedrà negli errori (quelli altrui ovvio) un’occasione di critica; la persona che ama la scienza, invece, un’occasione per crescere, studiare, migliorarsi. In questo contesto, a pennello, si possono inquadrare due osservazioni recenti di Calidris sp. che hanno dato filo da torcere a tutti gli osservatori.

Il primo dei due interessanti “rebus” che in questa nota trattiamo, nasce da una mia svista iniziale; in epoca social, tutto deve essere “condiviso” e “condivisibile” il più velocemente possibile, pena valanghe di insulti per non aver dato l’opportunità a tutti gli interessati di accorrere per poter osservare l’eventuale rarità ornitologica. Giusto, sono pienamente d’accordo.

Ma molte identificazioni problematiche, in realtà, per serietà e completezza, avrebbero bisogno di almeno un poco di sacra “gestazione”. 

A fine agosto 2022, mi trovavo al Pantano Leone (Campobello di Mazara, AG, Sicilia) in compagnia di Angelo Scuderi e Michele Viganò, quando in mezzo a circa 200 gambecchi uno mi salta subito all’occhio, non tanto per il piumaggio, abbastanza simile ad un juv. (ma vedi oltre) di Gambecchio, ma per il jizz (aspetto generale e impressione, la sua struttura e come questa lo fa apparire sul campo).  Infatti, l’animale è visibilmente più basso e rannicchiato di tutti gli altri gambecchi vicini, la tibia nuda, è cortissima, si vede appena, lunga quanto la parte di tibia piumata (ossia la “coscia”) (carattere 1 in Fig.1-3).

Figura 1. Si veda il carattere 1, tibia nuda e molto corta. Foto Angelo Scuderi.
Figura 2. Si noti sempre il carattere 1, attenzione sulla lunghezza della tibia. Foto Angelo Scuderi.

Il becco appare poi tozzo, quasi “squadrato”, molto dritto, alto alla base e con punta spessa, molto corto (carattere 2 in Fig.1-4). La testa sembra grossa squadrata, rispetto al corpo più grossa che negli altri gambecchi. 

Figura 3. Foto Angelo Scuderi.

Anche il comportamento mi incuriosisce, mentre tutti i gambecchi sono in acqua, e freneticamente si alimentano, lui sta sempre sul fango, e incede con passo più regolare, meno frenetico.

Lo stormo si invola – panico, sfuggirà per sempre – e invece no, si posano, e lo ritroviamo subito, proprio in virtù del suo jizz.

Le zampe appaiono leggermente slavate di verdino o giallino, certamente non nero lucido come i gambecchi (sempre carattere in Fig. 1-4). Questo non sembra essere dovuto a sporcizia che le ricopre (ad es fango asciutto), poiché anche dopo che cammina in acqua ed esce, rimangono tali sempre. Inoltre, si osservano bene (sia sul campo che nelle foto) le scaglie delle zampe, che non sarebbero visibili in gran parte dei casi di colore alterato da sporcizia che le ricopre.  

Inizialmente penso ad un Gambecchio americano (Calidris minutilla), anche per via di una netta pettorina su tutto il petto (carattere 3 in Fig.1-4),  per il disegno a “V” dei segni neri sulle scapolari (contrariamente ad un centro nero più esteso e a “diamante” o “goccia” dei juv Gambecchi – vedi ad esempio https://www.birdguides.com/articles/species-profiles/focus-on-identifying-juvenile-red-necked-stints/ (carattere in Fig. 3 & 4). 

Figura 4. Si noti la pettorina. Carattere 3. Foto Angelo Scuderi.
Foto Angelo Scuderi.

Quando ci avviciniamo per fare foto migliori, si invola, e sento un verso che non mi torna però per Gambecchio americano (ma neppure per Gambecchio), e non so riconoscerlo (una specie di Prrip).  Inoltre, non mi tornano anche altri caratteri.  

L’unica altra specie di Calidris con questo jizz è il Gambecchio collorosso (Fig.5), che ci starebbe benissimo anche per il disegno delle scapolari, per il becco e la tibia, per il contrasto tra copritrici alari più chiare e omogenee e il mantello e scapolari disegnati e più marcati. 

Mi dico, devo divulgare subito la notizia per farlo osservare ad altri, e così faccio. 

La sera, ed il giorno dopo, ho finalmente a disposizione le foto. Le mando ad amici stranieri, 2 molto bravi mi confermano Gambecchio collorosso. Ma sia a me, che a Ottavio Janni, non tornano quelle marginature rossicce sulle GC ed MC, che dovrebbero essere più grigie, inoltre il petto dovrebbe avere ancor meno striature e più soffuso ai lati, e non essere così disegnato e marcato.

Inizia a intrufolarsi nella mia mente il dubbio che si tratti di un ibrido.

Probabilmente un Gabecchio comune x Gambecchio nano (diversi casi noti, ad es. Jonsson, 1996; Fig. 6-7, pag. 314 in The Shorebirds Guide – O’Brien et al. 2006). Pertanto mando le foto a Michael O’Brien , autore della citata guida “The Shorebirds Guide”. Attendo risposta. Frattanto il dubbio viene sollevato anche da alcuni italiani (che a loro volta hanno mandato una singola foto da monitor – cosa peraltro sempre sconsigliata, soprattutto se decontestualizzata), prima che potessi fare un quadro esaustivo e completo. 

O’Brien mi risponde (senza che gli avessi detto i miei sospetti) che secondo lui è un probabile ibrido Little x Temminck’s Stint (ossia G.comune x G. nano) in virtù di jizz, comportamento, zampe slavate di verdolino, pettorina ampia e netta, completa, disegno delle scapolari ecc. 

Killian Mullarney però ci vede solo un Gambecchio, con becco leggermente più corto e tozzo del normale. Per me Killian è il miglior birder in Europa, e la sua opinione è vaticinio. Ma se fosse stato davvero un normale Gambecchio con piumaggio leggermente aberrante o più abraso degli altri, e con becco leggermente più corto… questo non spiega comunque come sia possibile che:

A) lo avessimo individuato subito per differenze facilmente visibili sul campo nel jizz e non nel piumaggio; e che le stesse ce lo facevano ritrovare in mezzo ad oltre 200 gambecchi ad ogni involo e rimescolamento dello stormo, in posizioni e aree diverse del pantano!

B) come mai il comportamento appariva diverso, con frequentazione sistematica della sponda fangosa e non dell’acqua, come gli altri gambecchi, oltre al “passo” e postura diversi;

C) come mai il verso non era da Gambecchio. 

Rimane un mistero, ma una cosa è certa, forse mi ci sono divertito e sono stato più felice così che non con un “semplice” Gambecchio collorosso accidentale, più da “trofeo” per birder, che da scienza e accrescimento della propria conoscenza.  

O’Brien M., Crossley R. & Karlson K. 2006. The Shorebirds Guide. Boston, MA: Houghton Mifflin Company.

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