Il nostro Andrea è partito per un’avventura davvero emozionante nelle sterminate terre transcaucasiche alla ricerca della fauna selvatica attrezzato con il nuovo binocolo Noctivid – il miglior binocolo mai realizzato da Leica e il telescopio Apo Televid 82 con oculare grandangolare 25-50ww. Scopriamo con Andrea quali incontri emozionanti si possono fare in queste magiche terre.

Viaggio di birdwatching in Georgia: tra picchi nevosi del Grande Caucaso e fiumi di rapaci in migrazione lungo il Mar Nero

Passo dopo passo, sempre più in alto, verso i 3500 metri, dobbiamo arrivare verso il limitare del ghiacciaio, dove la roccia aguzza lascia il posto al ceruleo ghiaccio crepato, dove i pratoni alpini di verde pallido cedono il passo a colori di acqua e cielo… Ecco, è lì la nostra meta, a 8 ore circa di cammino lungo un erto crinale montano. Siamo partiti prima dell’alba, le stelle illuminavano la vetta bianca del Monte Kazbegi, Grande Caucaso, Georgia. Questa bellissima nazione, scarsamente popolata da umani ma ricchissima di fauna e flora, è la meta del mio viaggio guidato d’autunno. Le vette del Kazbegi sono uno dei pochi siti paleartici dove osservare alcune specialità avifaunistiche del Caucaso: Ciuffolotto scarlatto del Caucaso, Codirosso di Guldenstadt, l’enorme Tetragallo del Caucaso e il rarissimo Fagiano di monte del Caucaso.

Un magnifico esemplare di maschio adulto di fagiano di monte del Caucaso. In questa foto non è possibile notare lo splendente colore bianco che si trova sotto le ali, ma noi l'abbiamo visto ed è spettacolare (photo by Radames Bionda)
Un magnifico esemplare di maschio adulto di fagiano di monte del Caucaso. In questa foto non è possibile notare lo splendente colore bianco che si trova sotto le ali, ma noi l’abbiamo visto ed è spettacolare (photo by Radames Bionda)
L'ombra del fagiano di monte su di noi.
L’ombra del fagiano di monte su di noi.

La luce del sole appena sorto è fioca anche se splendida, il cielo viola arancione non illumina il paesaggio, ma gli uccelli stanno cantando e le ali fremono per il volo… abbiamo bisogno di potenti e nitidi strumenti ottici per individuare il timido quartetto: abbiamo bisogno dei nostri telescopi Leica e del Leica Noctivid 10×42! Abbiamo bisogno del meglio. In effetti, dopo un po’, riusciamo a trovare tre dei quattro agognati gioielli ornitologici, mentre il codirosso si rivela sfuggente e non affatto facile da trovare.

Sulla nostra strada di ritorno verso il basso, il sole è ormai così gloriosa che il giorno è uno di quelli che non si dimentica mai più: una piccola chiesa armena è in fondo alla valle, tutto intorno, un’enorme catena di montagne, un gigantesco teatro megalitico è come una sorta di abbraccio intorno a noi. Scure, nere cime dentate, con sparse chiazze bianche sono lo sfondo di campi verdissimi.

Eccomi tra gli aspri e spettacolari paesaggi del Caucaso. Sullo sfondo il Greater Caucasus (photo Giuseppe Rannisi)
Eccomi tra gli aspri e spettacolari paesaggi del Caucaso. Sullo sfondo il Greater Caucasus (photo Giuseppe Rannisi)

Alcuni giorni prima, il Grande Caucaso era stato solo un punto geografico di riferimento durante lo spettacolo mozzafiato della migrazione dei rapaci a Batumi. Qui, lungo la costa affollato e inquinata del Mar Nero, sopra il cielo della folle città turistica di Batumi, ogni autunno (anche in primavera ma in numero minore) un flusso continuo di rapaci in migrazione (più di un milione a stagione) viene monitorato dal gruppo ornitologico BRC (Batumi Raptor Count). Se si studiano i rapaci, se amate gli uccelli, se vi piace la natura …. Questo è il posto dove andare, almeno una volta nella vita (ma il più possibile per me). Infatti a Batumi si assiste ad uno dei più consistenti passaggi di rapaci al mondo (il terzo per numero di uccelli osservati ogni stagione). Aquile di varie specie (anatraia minore, anatraia maggiore, steppe, imperiale, di mare ecc…), centinaia di migliaia di pecchiaioli e alcune decine di pecchiaioli crestati, centinaia di migliaia di poiane delle steppe, migliaia di nibbi bruni, di albanelle (pallida, minore e Falco di palude), centinaia di falchi di varie specie…insomma, una vera Mecca del birdwatching. Ed infatti, eravamo lì, un manipolo di birders italiani, in mezzo a francesi, danesi, tedeschi, svizzeri, austriaci, cechi, sloveni, polacchi, belgi, olandesi, russi e insomma, da ogni parte, tutti a naso in su, tutti in trepidante attesa, tutti a cercare di riconoscere prima i puntini lontani che a flotte si avvicinavano inesorabili, dopo sempre più vicini, sempre più vicini sino a guardare begli occhi un bel giovane di Aquila delle steppe con sfondo di 500 nibbi bruni e poiane delle steppe, 20 anatraia minori e due anatraie maggiori. Il mio binocolo Leica, quasi in “fiamme” per il continuo mettere a fuoco, alla ricerca dei più fini dettagli delle barrature sulle remiganti delle aquile, del contrasto di muta (e consentitimi, solo un binocolo al top mondiale riesce a cogliere la lieve differenza tra penne abrase e penne fresche) di tutte le specie per poterne assegnare età e sesso. Insomma, le parole non bastano…bisogna partecipare, muniti di Leica al seguito, ad uno dei miei viaggi in quella stupenda regione del mondo.

Mimetizzato tra le rocce sulla cima del Kazbegi lo splendido esemplare di tetragallo caucasico. Lo abbiamo scovato con il telescopio ed è stata una grande emozione (photo Giuseppe Rannisi).
Mimetizzato tra le rocce sulla cima del Kazbegi lo splendido esemplare di tetragallo caucasico. Lo abbiamo scovato con il telescopio ed è stata una grande emozione (photo Giuseppe Rannisi).

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