Una giornata in quarantena

Come il fascino dei vecchi film, quelli che ci ricordano l’infanzia, come l’eleganza della semplicità e del perfetto equilibrio tra le cose, come nello yin e yang del taoismo…

Le balie (Ficedula sp.) sono tra i passeriformi più eleganti, più amati da tutti i birders europei.

Quando nell’aria di un tiepido Aprile inoltrato inizia a sentirsi il flebile hiip, hiip, hiip di una Balia dal collare (Ficedula albicollis), subito scatta la ricerca di un guizzo bianco-nero brillante tra le fronde del mandorlo o dell’ulivo.

Maschio di Balia dal collare fotografato in digiscoping con Leica Apo Televid e smartphone dal balcone di casa mia a Siracusa in Sicilia
Maschio di Balia dal collare fotografato in digiscoping con Leica Apo Televid e smartphone dal balcone di casa mia a Siracusa in Sicilia.

Questi migratori trans-sahariani, sempre più rari e in diminuzione, sono dei veri e propri gioielli alati dell’Europa sud-orientale e del Mediterraneo centro-orientale.

In Italia si trovano le popolazioni marginali più occidentali del suo areale di distribuzione, anche se la specie viene osservata annualmente, principalmente in primavera, e in buon numero. Soprattutto i maschi, come spesso capita, sono appariscenti.

Ma se le aree bianche non sono altrettanto estese, soprattutto sulla fronte e sul collare, ma anche alla base delle primarie, allora iniziamo ad andare sul più complesso per quanto riguarda l’identificazione della specie, perché entrano in scena altre due specie: la comune Balia nera (Ficedula hypoleuca) e la più rara (perché più orientale) Balia caucasica o dal semicollare (Ficedula semitorquata).

La prima non ha collare bianco e ha molto meno bianco alla base delle primarie (una sorta di stretta e corta tacchettina binca ad ala chiusa, al contrario di quella lunga e larga  che si osserva nella Balia dal collare), la seconda sembra una mistura delle precedenti due specie (collare x nera) e mostra due barre alari sulle ali.

In questa strana primavera, una primavera di un Annus Horribilis, una primavera clausura e paura, ecco che questi bellissimi migratori arrivano nei nostri giardini, non siamo noi ad andare a cercare loro, ma loro che vengono, ignari di noi, nei nostri giardini e sotto i nostri balconi.

Grazie ai miei splendidi strumenti ottici Leica, dal balconcino della stanza da letto ho così osservato per tutto Aprile un susseguirsi continuo di balie; si inseguivano, verseggiavano di continuo (il verso è come lo stridio di rami o canne al vento, è come una goccia che cade al mattino sulle foglie umide di rugiada).

La loro bellezza, semplice, bianconera (nei loro colori c’è tutto un concetto di antirazzismo), vellutata ha allietato la mia quarantena.

Le piccole differenze di piumaggio, soprattutto nelle femmine e le tenui sfumature di grigio che però fanno la differenza (nel collo delle femmine, nel groppone, nei toni generali di piumaggio) le ho potute apprezzare e ne ho potuto godere solo grazie al mio meraviglioso Noctivid 10×42, compagno indiscusso di ogni avventura, anche quelle costrette e rinchiuse in casa mia. 

Mappa degli spostamenti delle Balie dal collare – in verde l'area di riproduzione, in blu scuro  le aree della migrazione invernale e in azzurro le aree di avvistamento. Le linee rosse rappresentano i movimenti migratori verso l'Italia.
Mappa degli spostamenti delle Balie dal collare – in verde l’area di riproduzione, in blu scuro le aree della migrazione invernale e in azzurro le aree di avvistamento. Le linee rosse rappresentano i movimenti migratori verso l’Italia.

Sotto quattro immagini di diversi piumaggi di femmine di Balia dal collare. Tutte fotografate con tecnica digiscoping con il cannocchiale Apo Televid e lo smartphone

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Andrea Corso

Birdwatcher sin dalla più tenera età, Andrea ha osservato più specie di uccelli in Italia di chiunque altro.

Autore di quasi 250 pubblicazioni scientifiche, alcuni libri, e numerosi articoli e lavori divulgativi, tiene corsi di approfondimento in università e per associazioni ed enti privati e pubblici in tutta Italia ed Europa, soprattutto sul riconoscimento del sesso, età e specie dei rapaci paleartici. Infatti, è uno dei due (insieme a Dick Forsman) maggiori esperti paleartici di rapaci, ma non solo.

Considerato uno dei top birders in Europa, Andrea non ha trascurato però lo studio di altri rami della zoologia come l’erpetologia, la malacologia (descrivendo anche specie nuove) e l’odonatologia; lo studio delle libellule l’ha portato a scoprire alcune specie nuove in Amazzonia e trovarne 17 nuove per la Colombia. E’ anche appassionato di orchidee selvatiche che conosce molto bene. 

Ha girato in lungo e largo l’Italia, e per quanto riguarda la sua regione, la bellissima Sicilia, ne conosce vita, morte e miracoli sia dal punto di vista naturalistico che storico-culturale, tanto da essere chiamato Mr. Sicily dalle compagnie inglesi di viaggi naturalistici.

Fa da guida e da referente scientifico per numerose compagnie di viaggio estere (una decina), ha viaggiato per tutto il Paleartico (ed oltre), arrivando a conoscere ad esempio il Nord Africa quasi come la sua Sicilia. 

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